Il nostro direttore Maria Pia Rossignaud è intervenuta all’appuntamento “Stati Generali delle Donne” in cui oltre 150 donne tra imprenditrici, artigiane, docenti universitarie, libere professioniste, politiche, cittadine si sono confrontate in vista di EXPO e della Conferenza Mondiale delle donne “Pechino vent’anni dopo” che si svolgerà a Milano nei giorni 26 – 27- 28 settembre 2015.
Riportiamo a seguire un excursus del suo intervento.
“Manuel Castells dice: “La comunicazione cosciente e sensata è ciò che ci rende umani. Intanto qualunque trasformazione nella tecnologia e nell’organizzazione delle comunicazioni avrà la più alta pertinenza per i cambiamenti sociali”. La trasformazione che Media Duemila definisce la Grande Mutazione: l’epocale cambiamento che la tecnologia impone non solo al modo di comunicare, ma alla vita stessa dell’uomo è sotto gli occhi di tutti. L’ICT vale in Italia dal 5 all’8% del Pil. L’ICT crea lavoro ed allora mi chiedo come mai in Italia si assumono colf ed i ricercatori espatriano?
Il compito di incidere sul tessuto sociale deve essere obiettivo condiviso da scuola, istituzioni, aziende, famiglia perché consapevolezza ed educazione sono alla base di ogni cambiamento. Il nostro dovere è spingere affinché la cultura digitale non sia appannaggio di pochi e dunque lo stile di vita è determinante non certo per il solo possesso di gadget elettronici.
Quest’anno ho promosso e proposto attraverso le pagine di Media Duemila (on e offline) un manifesto della cultura digitale perché mi sono resa conto che in Italia la cultura e la tecnologia viaggiano a diverse velocità. Come annullare questo gap?
Il “Manifesto della Cultura Digitale” nasce anche per promuovere i diritti in questa società segnata dalla velocità di trasferimento dell’informazione. Diritto all’informazione – diritto all’oblio o oblio dei diritti? L’era dei templi è finita. Cosa c’è dopo?
Il manifesto della cultura digitale si propone di raccogliere raccomandazioni indispensabili alla creazione di un nuovo equilibrio sostenibile, dove ibridazione e contaminazione producono ricchezza condivisa. L’impatto della cultura digitale in ogni azione quotidiana è evidente ecco perché lo strumento con il quale mi sembra giusto operare è l’Atelier di Intelligenza Connettiva. Un brainstorming che tiene in costante contatto le menti affinché la comunicazione aperta, fluida e trasparente sia di esempio a governi, istituzioni, imprese, banche, famiglie.
Altro elemento da non trascurare nella nostra società è la sicurezza per la persona che non deve diventare insopportabile censura. Oggi spaventa quanto la condizione dell’essere umano sia diversa in nazioni che le tecnologie avvicinano sempre di più.
Partire dall’Italia, culla della cultura e della mediazione significa correre verso un nuovo rinascimento 3.0. Anche a dimostrazione che non esiste incompatibilità fra la modernità tecnologica e la cultura (non solo) italiana.
Oggi la social innovation è la vita quotidianamente vissuta al passo con i tempi”.