Cosa succede quando un gruppo di persone disperate non riesce a far sentire la propria voce, l’esigenza di un cambiamento radicale? Succede che il gruppo trova un leader, una persona che raccoglie la sfida, e porta il gruppo al successo. Grillo ha raccolto il malcontento e ha saputo sfruttare egregiamente la Rete, le potenzialità di un contesto ed anche le proprie abilità di comunicare. Uomo di spettacolo. Bingo! Arriva il successo.
L’obiettivo è raggiunto, il popolo dei disperati, disperato non lo è più. Ha raggiunto lo scopo. Il gruppo è in parlamento, la voce deve essere ascoltata, i numeri lo impongono. Ecco che qualcosa cambia: il gruppo non condivide più le urla esagerate ed a volte poco costruttive del leader.
Il contesto è cambiato, il buon senso prende il sopravvento? Fatto sta che Grillo continua ad urlare ed i grillini piano, piano prendono le distanze. Esempio: il voto per Grasso.
Perché paragoniamo Grillo ad Al Gore, tutte e due ottime persone: Al Gore ha perso il potere perché troppo saccente ed aggressivo, soprattutto, nei dibattiti televisivi con Bush.
Caro Beppe ti vogliamo bene senz’altro, se vuoi essere veramente utile all’Italia non urlare più. La prima battaglia l’hai persa, è sotto gli occhi di tutti, troppo rumore non sempre è opportuno. Adesso hai perdonato chi ha contribuito saggiamente all’elezione di Grasso.
Gore parlava alla televisione come chi si rivolge ad una riunione di uomini di affari, l’americano medio non è un imprenditore. Gore è stato molto Hot, con un programma sano ma presentato in modo Hot. La maggioranza ha deciso che lui non era l’uomo giusto. Passare dal blog alla televisione è passare da un medium caldo ad uno freddo e non bisogna usare la stessa tattica.