I Social media e lo schermo incidono sul comportamento? E’ possibile che cambino anche il nostro cervello? L’Unione Europea ed in particolare la Dg Connect diretta da Roberto Viola hanno iniziato ad approfondire quanto il chiacchiericcio su quanto la tecnologia sta cambiando nel modo di essere dell’uomo possano assurgere ad una scienza. TuttiMedia, l’associazione che unisce tutti i media ha riunito a Roma in FIEG e FNSI un gruppo di esperti di discipline diverse ( umanisti – psicologi – neuroscentizati) per dare il via alla discussione: “Abbiamo bisogno di una nuova scienza che riporti scientificamente i cambiamenti in atto?”. Paolo Cesarini (Head of Unit, Media Convergence and Social Media, DG CONNECT) ha dato il benvenuto agli ospiti internazionali in FIEG con Isabella Splendore (responsabile dell’area giuridica e internazionale di FIEG ) che lui stesso ha definito: “I pionieri della scienza dei media”.
Isabella Splendore (FIEG) ha sottolineato l’interesse dell’argomento anche per gli editori. Dello stesso parere anche Raffaele Lorusso (segretario generale FNSI), luogo che ha ospitato la chiusura dei giorni di serrate discussioni. “Abbiamo il compito di difendere l’informazione corretta – ha detto Raffaele Lorusso – oggi iniziamo insieme. L’Osservatorio TuttiMedia e l’Unione Europea avviano un lavoro di educazione e regole”. Dopo due mezze giornate di discussioni intense si è dato il via ad un documento che sarà implementato da ciascuno dei partecipanti. la discussione continuerà per tutto il 2020 con lo scopo di far emergere la necessita di finanziamenti europei sullo stesso tema e con punti di vista interdisciplinari. “Abbiamo cominciato un viaggio – dice Paolo Cesarini (Head of Unit, Media Convergence and Social Media, DG CONNECT) – siamo pionieri provenienti da tutta l’Europa”.
“Le linee guida della scienza dei nuovi media saranno presto un manifesto perché in questi due giorni abbiamo posto le basi per una nuova linea di ricerca – afferma Derrick de Kerckhove (direttore scientifico dell’Osservatorio TuttiMedia)”. Gli psicologi, ad esempio, già danno allarmi sulla ridotta capacità di attenzione nei giovani adulti a causa della costante esposizione ai flussi di informazioni online.
“L’influenza sui processi cognitivi e affettivi sia a livello individuale che collettivo ha bisogno di essere verificata empiricamente da una prospettiva strettamente scientifica e multidisciplinare” secondo Roberto Viola che dirige il dipartimento della Commissione Europea responsabile dello sviluppo di un mercato unico digitale per generare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
“Comprendere social media capaci di innescare azioni collettive anche nella crescente diffusione dell’odio è fondamentale partendo da basi scientifiche – spiega Maria Pia Rossignaud vice presidente Osservatorio
TuttiMedia – il simposio romano è la prima esplorazione di un percorso che conduce verso una visione interdisciplinare sui social media capace di suggerimenti per i futuri programmi di ricerca Europea, le
future tecnologie digitali e le future politiche e misure normative”. Ieri ha aperto il simposio internazionale Isabella Splendore, responsabile dell’area giuridica e internazionale di FIEG, alla FNSI con il segretario generale Raffaele Lorusso la chiusura. Circa 30 partecipanti provenienti da diverse discipline scientifiche e umanistiche che cercheranno di capire se la scienza può aiutare a comprendere in che misura l’esposizione ai social media, allo schermo o di più l’immersione in VR possano modificare il comportamento dell’individuo. Le neuroscienze, la psicologia sociale, la scienza e l’informatica possono aiutarci a comprendere le conseguenze dell’immersione costante? Così come gli esperti di IA insieme a coloro che studiano le scienze comportamentali possono aiutare a comprendere al meglio il ruolo degli algoritmi nel filtrare le informazioni online a cui si ha accesso? In sostanza l’Osservatorio TuttiMedia propone un’esplorazione scientifica approfondita per aiutare chi ha il compito delle scelte politiche e dellenormative, ma cerca anche di capire se è possibile arrivare ai social media che innescano comportamenti collettivi positivi. Fra gli esperti Paolo Benanti (teologo), Megan Boler (Educazione Università Ontario), Anne Linda Camerini (data analyst USI), Geert Lovink (media theorist Utrech), Markus Mobius (Microsoft), Oreste Pollicino (Bocconi), Bernard Stiegler (fondatore Istituto di ricerche e innovazione, al Centre Georges-Pompidou), Mavi Sanchez Vives (neuroscienziato – Barcellona).