di MARIATERESA CALIENDO –

In occasione della IV edizione del Premio Nostalgia di Futuro, in ricordo di Giovanni Giovannini, Media Duemila, studia ricerche e documenti internazionali, analizzando il presente della persona digitale per prevedere le trasformazioni messe in atto dai media sociali.

Secondo una recente ricerca pubblicata da Dailymail.co.uk scrivere “a mano” è ormai un’arte in declino. Tra tastiere, computer e telefonini, in media, un adulto può passare circa 41 giorni prima di prendere carta e penna in mano. E a sparire sempre di più sono anche gli scarabocchi scritti mentre si parla al telefono e durante le riunioni.
Ma le cause sono molteplici, così come afferma Candida Livatino, perito grafologo, anche la ricerca dichiara che una delle cause principali è la timidezza. Infatti una persona su sette ammette di vergognarsi dei messaggi scritti di proprio pugno, quattro su dieci confessano di usare regolarmente dei programmi di scrittura intuitiva per l’ortografia e uno su quattro ricorre alle abbreviazioni, per guadagnare tempo e spazio.
Insomma, non si scrivono più lunghe lettere a mano, e il pericolo sorge soprattutto nelle scuole primarie.
Candida Livatino, autrice del libro “I segreti della scrittura”, pubblicato in questi giorni, ci guida alla scoperta di una scienza sempre più di moda: un manuale, pensato per il grande pubblico, dove raccoglie le principali nozioni dell’analisi della scrittura e, con spiegazioni semplici, esempi e profili di VIP e criminali.

In un’intervista esclusiva per Media Duemila, Candida Livatino risponde ad alcune domande.

– Nell’era dei media digitali si sta perdendo l’uso della scrittura a mano, chi scrive ancora lettere?

Si, in effetti siamo rimasti in pochi a scrivere a “mano”. In particolare i ragazzi d’oggi hanno perso questa consuetudine e, se devono proprio farlo, scrivono in stampatello.
Questo perché, a differenza del corsivo, non necessita di un gesto curvilineo della mano, ma
è più schematico ed immediato. Ma anche perché è impersonale e meno identificabile. Per i ragazzi è una forma di mascheramento della personalità. In molti di loro c’è la paura di esporsi, di manifestare i propri sentimenti, vogliono essere uguali agli altri e questo li rassicura in una realtà che offre poche certezze.

– Esistono scritture perfettamente uguali?

La scrittura di ognuno di noi è come un’impronta digitale: unica e irripetibile. Poiché riflette la personalità di chi scrive. Può avere delle similitudini, ma non sarà mai perfettamente uguale.
Tuttavia i segni comuni permettono di definire tipologie di comportamento: abbiamo così la scrittura dell’aggressivo, del goloso, del fedele e di altri ancora.

Mariateresa Caliendo

media2000@tin.it

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