Intelligenza artificiale pericolo o opportunità? questo leit motif è diventato piuttosto popolare nei media negli ultimi 3-4 anni. Come membri dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale propendiamo per la seconda delle ipotesi tuttavia non possiamo nasconderci le problematiche legate all’impatto dirompente che l’innovazione potrebbe generare sulla società. Tale impatto è generalmente riconducibile all’innovazione introdotta dal progresso in intelligenza artificiale, robotica, tecnologie legate all’analisi dei dati, etc.

Su tale fenomeno esistono varie analisi, un esempio di queste è un articolo del 2013 aggiornato nel 2016 di due studiosi della Oxford University che hanno analizzato i cambiamenti e la velocità degli stessi sui settori lavorativi e sul come questi verranno impattati dal progresso tecnologico elencando quali di essi sono a rischio di sostituzione totale o parziale

I cambiamenti sono in corso da qualche tempo per quanto riguarda l’analisi dei dati questa è stata rivoluzionata dall’avvento del web. Sorgono preoccupazioni etiche che sono retrostanti all’avvento delle macchine. Quest’ultime possono servire e aiutare a vendere i prodotti, però c’è un impatto sulla diseguaglianza sociale e la ricchezza in mano a pochissime industrie. Esistono al mondo pochi big player in grado di comprare ad es. tutto il debito pubblico italiano. Sorgono difficoltà riguardo al dibattito attuale inerente alle macchine che prendono decisioni in maniera autonoma. Il problema più diffuso è la paura che l’indipendenza di decisione delle macchine possa portarle a prendere il sopravvento sull’uomo e dunque, a dominarlo. Cosa succederebbe in questo caso?

Il dibattito legato alle tecnologie innovative ha visto una prima fase dominata dal catastrofismo per dare il giusto peso successivamente ad analisi che cercavano di individuare strategie per governare il cambiamento ed incanalarlo positivamente. Un esempio di questo sono i risultati di alcune audizioni promosse dalla amministrazione Obama che hanno portato a due documenti uno tendente a preparare un futuro in cui il ruolo dell’intelligenza artificiale sia ben definito e assodato, ed un secondo in cui si studia come i progressi in intelligenza artificiale e nell’automazione in generale impattino sul sistema economico dei paesi. Proprio l’incontro tra studiosi di intelligenza artificiale ed economia è uno dei temi in cui le attività di divulgazione dell’AI*IA si sono concentrate in tempi recenti.

Volendo individuare gli aspetti legati al progresso delle tecnologie e metterle in connessione con scenari in cui il loro uso può essere socialmente benefico potremmo individuare almeno tre punti.

Una prima osservazione chiave riguarda la velocità del cambiamento imposta dalle nuove tecnologie. Basta guardare indietro al recente passato e notare come sia trascorso veramente poco tempo dal “mondo senza smartphone” che ora ci è difficile concepire. Ora questa velocità di introduzione di innovazione sta cambiando velocemente anche il mondo del lavoro ponendo problemi sociali non banali. Si individua anche una area di investimento per le ricerche innovative legata all’apprendimento. È infatti sempre più importante preparare le persone ad una società in evoluzione. Non vogliamo proporre una scuola basata solo sulla tecnologia, ma desideriamo spezzare una lancia in favore dell’uso delle tecnologie intelligenti in ambienti interattivi che supportino l’insegnamento, creino premesse per nuovi programmi di educazione avendo un occhio di riguardo per l’educazione permanente onde supportare i cambiamenti nel mondo del lavoro.

Una seconda osservazione riguarda la capacità dei nuovi sistemi di intelligenza artificiale di scoprire nuove relazioni sui dati, e nuove strategie di problem solving. Basti portare ad esempio il programma che l’anno scorso ha primeggiato nel gioco del Go riconosciuto come uno dei più difficili da automatizzare. Potremmo pensare di mettere questa capacità di produrre visioni innovative al servizio dei problemi sociali attualmente aperti. Difficile negare come un problema aperto sia la sintesi di modelli di sviluppo nuovi in cui il benessere delle persone sia giudicato una variabile centrale e non solo il profitto. I sistemi di intelligenza artificiale possono contribuire alla soluzione di questo problema fornendo strumenti a studiosi di altre aree non tecnologiche siano essi economisti, scienziati sociali, o altri analisti dei fenomeni sociali.

Una terza riflessione riguarda il problema della co-presenza di robot e umani in compiti sia sociali, come l’assistenza agli anziani, che in fabbrica, come nel lavoro collaborativo senza recinti. L’obiettivo è sottolineato da Industria 4.0 e dai programmi sulla fabbrica della Commissione Europea come uno degli obiettivi importanti. Anche qui il ruolo dei sistemi di intelligenza artificiale nel produrre software di controllo dei robot più flessibile e adattabile contribuisce al problema di mantenere le persone anziane più a lungo autonome nelle proprie abitazioni e facilita la vita in ambienti difficili quali la fabbrica.

In generale, seppure non esistono connessioni dirette con la risoluzione del problema dei cambiamenti del mondo del lavoro, ci piace sottolineare direzioni di utilizzo dell’intelligenza artificiale verso problemi rivolti al benessere di tutti anziché al forte guadagno di pochi. Uno di questi aspetti è quello di far rimanere le persone vive, attive e in buona salute sia in casa che in fabbrica. La soluzione non è quella dell’automazione completa ma quella di mantenere il ruolo delle persone quando interagiscono con robot o con un software intelligente e autonomo in generale. Lo scenario auspicabile è una collaborazione uomo/robot come pari in grado di lavorare insieme.

Amedeo Cesta

Leggi lo speciale di Media Duemila dedicato all’intelligenza artificiale.

 

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