Parlando dell’accelerazione nella distribuzione d’informazione, Francesco Passerini Glazel ha proposto questa bella equazione: la quantità di idee è una funzione della velocità con cui circolano. Certamente il passaggio della parola dalla scrittura all’elettricità è la causa di questa accelerazione, di cui non possiamo predire ancora tutte le conseguenze. Francesco Gallucci ha mostrato ed insegnato che il cervello è in sé in forma di rete, e che le forme fondamentali dell’essere umano sono quelle che emergono anche in forme tecniche come la rete elettronica.
Cristiana Clementi ha connesso i modi di ricerca dei profili criminali alla vita di Pico della Mirandola, svelando approcci nuovi che le banche dati ispirano ai ricercatori di tutti i colori. Oggi siamo vittime insospettose di una profilazione generalizzata che potrebbe essere spiegata attraverso il nostro inconscio digitale.
Michelangelo Tagliaferri ha scelto idee essenziali di Pico per centrare la sua contemporaneità, un esempio: non c’è mai verità, ma solo percezioni ed interpretazioni dei sensi, cosa che una grande parte della filosofia contemporanea condivide. Da Massimo Giordani le conclusioni: Pico e Zuckerberg, même combat!
Pico non è solo un “nativo letterato” (come sottolinea Gallucci, essendo nato un anno prima l’arrivo della stampa in Italia 1464) ma anche un uomo di connessioni disposto a pagare anche le spese di viaggio dei grandi docenti dell’epoca per un incontro parigino al fine di discutere le sue 900 conclusioni.
Gianpaolo Balboni ha fatto vedere una capacità inusitata di penetrazione della Rete riportando che oggi 48 milioni di telefonini sono usati in zone dove non esiste ancora l’elettricità. Infine, Layla Pavone ha sottolineato l’importanza e l’urgenza di ripensare tutta la politica in termine delle nuove forme di potere e di responsabilità a partire dalla Rete. Insomma, un convegno ricco di pensieri stimolanti che riportano ad una riflessione straordinariamente connessa, attuale e ancora promettente. Grazie, dunque, a Pico della Mirandola.