Investire nella cultura della conoscenza, favorire i giovani che contribuiscono a far crescere il Paese, finanziare la ricerca, sviluppare reti di nuova generazione per modernizzare la pubblica amministrazione. Sono stati i temi al centro dell’ultimo appuntamento del ciclo di “Giornate di studio Marconiane” organizzate dalla Fondazione Ugo Bordoni a cui hanno partecipato istituzioni, aziende, università. “Guglielmo Marconi è stato un modello di amore nella scienza e di fiducia nella ricerca – ha esordito il Presidente della Camera Gianfranco Fini – per questo occorre valorizzare la ricerca delle giovani intelligenze italiane per non rischiare, come è successo per Marconi, che questi fuggano all’estero”. D’accordo con il Presidente Fini il direttore di Nova (Il Sole 24 Ore) Luca De Biase: “è importante articolare una prospettiva per i nostri giovani che tradotto vuol dire saper investire su una parola magica, innovazione”. Il presidente FUB Enrico Manca ha sottolineato nel suo intervento d’apertura come ricerca scientifica ed innovazione viaggiano a braccetto: “gli investimenti in ricerca e sviluppo sono indispensabili per produrre innovazione così come il potenziamento, selettivo e meritocratico della ricerca ne è condizione essenziale”. Lo stesso Manca ha ricordato che nel 2009 le imprese italiane hanno registrato 9600 tra marchi e brevetti, segnando un aumento sull’anno precedente, ma pur sempre ancora molto indietro rispetto alla media dei principali Paesi europei. Secondo il Vice Presidente della Camera Rocco Buttiglione “buona parte del nostro sistema produttivo è un sistema che copia piuttosto che creare”, per questo l’Italia ha pochi brevetti all’attivo e i ricercatori si accontentano solo di pubblicare su note riviste le loro scoperte. Tutti d’accordo sul fatto che l’innovazione resta un traino essenziale per assicurare la crescita delle imprese e di tutto il Paese. Un esperto manager come Vincenzo Novari di 3 Italia ha portato ad esempio il caso canadese, Paese che ha investito 200 milioni per creare cattedre di ricerca nelle varie università del Paese: “con 100 mila euro all’anno ogni giovane ricercatore fuggito all’estero farebbe subito ritorno in Italia”. Il Vice Ministro allo sviluppo economico – comunicazioni Paolo Romani ha fatto un appello al coraggio dell’innovazione: “chiusura del digital divide (tappare i buchi della Rete) e banda larga (come servizio universale) restano due priorità che non possiamo permetterci di non fare”.

di Erminio Cipriano

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