“Il curioso giornalista”, di Mario Nanni, Media&Books, 2018, pag 350, euro 19.
Come affrontare l’esame di Stato per diventare giornalista professionista? Tra prova orale, scritta, sintesi, questionario, tesina, curriculum c’è sempre un mix iniziale di confusione e paura da parte dei candidati, insieme alla speranza di entrare in una professione che conserva il suo fascino nonostante la crisi del la stampa. Mentre la Rete offre opportunità alla comunicazione, pur ponendo sfide all’informazione, incide sui media la percezione screditata che ne ha l’opinione pubblica.
Sui giornalisti si riversano gli stessi luoghi comuni che pesano sui politici, osserva Mario Nanni, giornalista, 40 anni di carriera nell’informazione politica, passati a seguire i lavori del Parlamento, fra cui commissioni d’inchiesta entrate nella storia italiana, e i retroscena del Transatlantico. Nanni entra all’ANSA nel 1975 e ricopre, successivamente, i ruoli di capo servizio, capo della Redazione politico-parlamentare e capo redattore centrale. Nel 2007, ebbe pure l’ incarico di guidare la commissione incaricata di adattare ai mutati contesti dell’informazione le ‘regole di scrittura’ dell’Agenzia, tracciate per la prima volta dallo storico direttore Sergio Lepri negli Anni Settanta.
Il volume si presenta come uno strumento utile agli esordienti nei mestieri dell’informazione per meglio affrontare il loro percorso (e ai ‘vecchi’ per aggiornarsi). Mario Nanni, che è stato anche commissario nelle prove dell’esame di Stato, segnala gli errori più frequenti della pratica giornalistica quotidiana o più spesso riscontrati nelle prove: lo fa con aneddoti in forma dialogica ed episodi tratti dalla sua esperienza, fedele alla massima “Si dice il peccato, non il peccatore”.
Così, ad esempio, Nanni ricorda che un collega di commissione d’esami lo chiamava scherzosamente “il tom tom delgiornalismo”, poiché era solito mettere i candidati a proprio agio con una domanda che avesse a che fare con la loro città o regione di provenienza. Episodi in cui compaiono politici e figure del giornalismo politico e parlamentare, conditi con consigli pratici, arricchiscono il testo di tutto ciò che un buon giornalista – o aspirante tale – dovrebbe e non dovrebbe sapere e fare.
Tra tutti i requisiti, Nanni esalta la curiosità, da lui definita “il carburante del giornalista”. Come si può notare già dal titolo del libro, questa qualità assume uno speciale rilievo per l’autore nell’esercizio della professione giornalistica: a suo giudizio, infatti, senza curiosità mancherebbe ossigeno al mestiere e non ci sarebbe giornalismo. Cronisti e scienziati hanno un punto in comune: l’impegno d’indagare la realtà.
Il tema della formazione professionale è ulteriormente approfondito da Nanni, che tra l’altro sottolinea l’importanza di coltivare le proprie cultura e memoria storica e soprattutto – è l’abc – di leggere i giornali e di conoscere la Costituzione. L’autore evidenzia l’importanza di crearsi uno stile personale, di mettersi in discussione e di avere consapevolezza del proprio tempo. La qualità ed esattezza della scrittura sono fondamentali e sono corroborate da un buon uso della grammatica, senza abusare di termini stranieri. Allo stesso tempo, “la notizia va vestita”, afferma Nenni citando Stendhal: nei particolari, c’è più verità.
In appendice al volume, vengono proposte una panoramica di parole, formule, slogan, modi di dire del lessico storico-politico-parlamentare e due sezioni di consigli – una con spunti di studio e approfondimento, l’altra di suggerimenti linguistici -.

Mario Nanni

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