Home Le chiavi dell'oggi Il futuro della televisione: zapping addio? Siamo alla disintermediazione del telecomando

Il futuro della televisione: zapping addio? Siamo alla disintermediazione del telecomando

La presentazione del libro Astrid “La televisione del futuro. Le prospettive del mercato televisivo nella transizione digitale”, a cura di Fernando Bruno, Vincenzo Lobianco, Antonio Perrucci e Augusto Preta, ( il Mulino, 2023) presso la sede dell’Enciclopedia Treccani ha riunito il presidente Astrid, Franco BassaniniGiacomo Lasorella (Presidente Agcom), Antonio Nicita (senatore, ex Commissario Agcom),  Eva Spina (Direttore Generale per le tecnologie delle comunicazioni e la sicurezza informatica e Direttore Generale per i servizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali – MIMIT), Gina Nieri (Mediaset), Franco Siddi (ConfindustriaRadioTV/TuttiMedia) – Francesco Giorgino (Rai), Alessandro Araimo (Warner Bros), Marco Azzani (Prime Video), Stefano Cuppi (esperto TV), Marco Rossignoli (coordinatore Aeranti-Corallo).

Tanti i punti sul tavolo, ma sopratutto il concetto di “Prominence”,  principio che dovrebbe garantire alla Tv che viene dall’analogico, di non venire travolta dalla novità dei telecomandi senza numeri, per esempio. Forse il classico zapping  finirà con la generazione dei boomers?

Confindustria Radio TV  è impegnata nella battaglia di modernizzazione che non deve lasciare nessuno indietro, sopratutto i cittadini. E su questo punto Franco Siddi Presidente CRTV e TuttiMedia ha le idee chiare: “la tecnologia segua le  esigenze delle persone – dice”.

“Siamo dentro una transizione in cui la conclusione non si vede – continua Franco Siddi –  perché  proiettati continuamente verso  nuove sfide”. Di una cosa è certo: “La TV e la radio non frenano lo sviluppo”. Il processo di innovazione e di digitalizzazione riguarda il Paese e non solo le tv. Noi siamo la parte del sistema che garantisce il pluralismo nel nostro Paese, attraverso l’informazione, programmi di intrattenimento, spettacoli, cultura.  Oggi l’importante ora è garantire la sostenibilità del comparto industriale. E preciso che  il DVB-T2 non è ancora arrivato al traguardo definitivo, non  perché gli operatori non lo vogliono, ma perché ci sono ancora  tantissime famiglie che non hanno gli apparecchi per ricevere il segnale: è questo il problema che ci dobbiamo porre. Quando penso alla tv del futuro penso ai cittadini, a una  tv universale al servizio degli utenti”.
Per Franco Siddi, dunque, il passaggio al DVB-T2  è un cambiamento  industriale strategico anche per il Paese, ma l’esigenza del cittadino va messa davanti a tutto.

Per Gina Nieri (CDA Mediaset) che segue l’evoluzione del mercato televisivo, da molti anni, bisogna ricordare i principi fondanti del gruppo che comprende radio, tv, sostiene il cinema, è presente sui device digitali con 55 milioni di contatti al mese e sopratutto “con 35 ore di informazione plurale e responsabile ogni giorno ci mette la faccia”.

“Il gruppo ha investito  20 miliardi  in contenuti originali negli ultimi dieci anni – precisa Nieri – è in prima linea sull’innovazione tecnologica e produttiva, è una presenza amica nelle case,  con caratteristiche di affidabilità e credibilità. Un ambiente safe per i minori, grazie  il parental control,  e per gli investitori pubblicitari che non corrono il pericolo, come nella rete, di vedere il proprio spot vicino a dei contenuti non appropriati. Per tutti questi motivi siamo convinti di avere anche una funzione utile alla coesione sociale”.

Oggi Mediaset per affrontare le nuove sfide che vengono dall’innovazione tecnologica  è impegnata a unire  broadcaster europei  anche per difendere  la produzione di contenuti identitari locali.

“Siamo tanto impegnati e su tanti fronti eppure – sottolinea Nieri –  siamo molto in affanno dal punto di vista economico, perché la concorrenza non è equa. Il nostro impegno è riuscire a mantenere un conto economico in equilibrio per continuare esattamente ad essere tutto quello che siamo”.

Di qualità di prodotto e coesione sociale parla anche Francesco Giorgino, direttore Ufficio Studi Rai:”Siamo vittime di rappresentazioni mediali non in linea con la nostra natura di servizio pubblico – spiega –  ma fa parte del gioco delle parti. In nome dell’azienda rivendico non solo un expertis dal punto di vista tecnico e dal punto di vista valoriale nella difesa dei principi fondanti del servizio pubblico, ma anche un expertis dal punto di vista della realizzazione dei prodotti. Ritengo che il servizio publico ha ragione di esistere con il massimo di autonomia possibile, a maggior ragione in un contesto che è fortemente iper complesso”.

Per Giorgino vale la pena di puntare ancora sul servizio publico per garantire il pluralismo non solo politico, ma in tutte le forme possibili: valoriale, sociale, territoriale e religioso. “La Rai crea coesione sociale,  può eliminare disuguaglianze di opportunità fra Nord e Sud – conclude – sostiene la parità di genere e le competenze “.

Guarda il video integrale dell’incontro

 

 

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Sara Aquilani
Ha conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi della Tuscia e si è specializzata in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Attualmente lavora per TuttiMedia/Media Duemila.