di ERMINIO CIPRIANO
Situato in via Solferino 22, poco distante dalla stazione ferroviaria, il Giornale di Brescia rappresenta la bella ma difficile sfida intrapresa dai giornali locali e provinciali con l’avvento del digitale. Esempio di multimedialità e di crossmedialità con il quotidiano cartaceo (tiratura nel giorno medio di 50 mila copie), con il giornale on line, le due radio del gruppo (Radio Classica Bresciana e Radio Bresciasette) e la televisione (Teletutto). Un prodotto distribuito sulle varie piattaforme, anche su iPad e iPhone, bussola di riferimento per tutti i cittadini di Brescia e provincia.
La redazione del quotidiano cartaceo, la più grande e spaziosa, è un ambiente aperto con i vari settori pronti a dialogare sui vari avvenimenti della giornata. Poco distante la saletta dei collaboratori, giovani, a fianco alla “piccola” redazione che si occupa dell’on line. Il Giornale di Brescia, al pari di altri giornali nostrani, è alle prese con la difficile convivenza tra carta e on line che come spiega Vittorio Sabadin (in “L’ultima copia del NYT“) e come ci conferma Francesco Passerini (amministratore dell’Editoriale Bresciana) è più una questione di testa che di scrivanie. Insomma l’indifferenza per la versione on line del quotidiano è ancora tanta anche se c’è la consapevolezza che il futuro è sempre più digitale, soprattutto pensando a quei giovani che oggi leggono poco il giornale e lo sfogliano molto di più su Internet o su tablet. La conferma arriva anche quando osservando la stanza dei “correttori di bozze” pensiamo che si tratta di figure in via di estinzione perché ormai il giornale è costantemente sullo schermo del redattore che può ritoccare, rivedere e correggere il pezzo prima che questo vada in pagina. E poi, vecchia storia, le modifiche in qualsiasi giornale avvengono sempre alla fine e sono imprevedibili.
Al piano inferiore del Giornale di Brescia ci sono gli studi televisivi, con le varie cabine di regia, le stanze “on air” per la registrazione dei programmi e i grossi server dell’emittente. Il problema è che con la digitalizzazione “piccoli” canali come Teletutto faticano a ricavarsi lo spazio necessario previsto, e questo nonostante col digitale abbiamo avuto un ampliamento dell’offerta televisiva. I problemi sono perlopiù di natura tecnica, riguardano il segnale, e mettono a rischio il prodotto a cui quotidianamente lavorano tanti colleghi. Poco distante dagli studi televisivi ci sono le salette di montaggio e gli studi radiofonici, con le sale di registrazione. Anche qui ogni giorno si cerca di programmare un prodotto che possa accontentare i vari target del giornale.
Un’esperienza importante quella del Giornale di Brescia che vive tra le ferree regole di un passato redazionale, la cosiddetta routine burocratica e produttive, e un futuro ben scritto in tutti i recenti manuali di giornalismo ma che ancora fatica ad affermarsi del tutto.
Erminio Cipriano