Dal 9 all’11 novembre scorso, si è tenuto in videoconferenza il Green Horizon Summit, forum ospitato dalla City of London Corporation ed il Green Finance Institute, con il sostegno del World Economic Forum, che vedeva al centro del dibattito, non soltanto il rafforzamento degli impegni mondiali verso una “finanzia verde” a favore di un futuro sostenibile contro l’emergenze climatiche, ma anche un’analisi dello stato attuale della economia mondiale sul fronte delle politiche green. Tra le molteplici personalità partecipanti , tra dirigenti politici e i più grandi nomi della finanza, Carlo d’Inghilterra, il presidente del WEF Charles Schwab, l’ex governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney, il presidente della BCE Christine Lagarde, Michael Bloomberg, l’amministratore delegato di BlackRockLarry Finck,il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, e il vicepresidente della Commissione UE Paolo Gentiloni. Il summit, inaugurato lo stesso giorno che avrebbe dovuto svolgersi a Glasgow la ventiseiesima conferenza sul clima, posticipata invece per il prossimo novembre, ha avuto come obiettivo la conferma, in vista del prossimo vertice mondiale COP26 di Glasgow, dell’attuazione del principio del Great reset, ossia della grande trasformazione economica, anche a seguito della spinta della pandemia, a favore del Green New Deal. Nel summit si è riaffermato che il cosiddetto Grande Reset, per una economia mondiale senza carbonio, rappresenta una delle strategie attraverso la quale l’élite finanziaria punterebbe ad investire, con miliardi di dollari/euro, per scongiurare il collasso del sistema economico transnazionale. Il principe Carlo, nel suo intervento, ha evidenziato che “L’attuale pandemia ha portato una devastazione inimmaginabile nella vita della gente…una ripresa verde rappresenterebbe un’opportunità senza precedenti per ripensare e reimpostare i modi in cui viviamo…Da tempo abbiamo bisogno di un cambiamento nel nostro modo di fare economia, che ponga la Natura, e la transizione del mondo, verso lo zero emissioni al centro del nostro modo di operare”. Mark Carney, ex governatore della Bank of England, oggi consigliere finanziario del premier britannico per la Cop26, ha confermato che “Le imprese coinvolte nel cambiamento climatico creeranno un valore immenso” ed ha definito il passaggio a zero emissioni di carbonio “la più grande opportunità commerciale del nostro tempo”. Nel suo discorso introduttivo, invece Christine Lagarde, appellandosi alla responsabilità di tutti, ha riaffermato che “Affrontare la sfida dei cambiamenti climatici costa tantissimo, ma non c’è nulla che non ci possiamo permettere, dato che in gioco c’è la nostra sopravvivenza”. Nell’intervento, inoltre, la presidente della BCE ha posto in evidenza che le obbligazioni verdi europee rappresentino il 46% di quelle verdi globali, avvertendo che si ha quantunque bisogno di un ulteriore salto di qualità, dal momento che “ la transizione energetica richiede un onore aggiuntivo di 470 miliardi di euro all’anno solo nell’UE”. Esiste inoltre – prosegue il presidente – un problema di verifica dell’effettivo rispetto degli impegni ambientali assunti dalle aziende…Tenendo conto, inoltre, che i dati a disposizione sulla sostenibilità ambientale, risultano poco coerenti, inaffidabili e ampiamente non paragonabili, i rischi ambientali non sono adeguatamente prezzati”. Rinnovando infine, il suo impegno a perseguire gli obiettivi della transizione green Ch. Lagarde afferma che tra le lezioni apprese dalla pandemia è “che ci serve uno stile di vita più verde ed un maggiore rispetto della biodiversità”. Anche Gentiloni, nel suo discorso, ha confermato come l’Unione abbia scelto di fare della transizione verde il perno del suo piano di rilancio post-crisi pandemica, con l’obiettivo “zero emissioni entro il 2050″. L’amministrazione Trump è stata un grosso ostacolo rispetto alle prospettive enunciate nel Green Horizon Summit, con l’auspicio che con Joe Biden, l’Unione ritrovi un’alleata a favore delle politiche ambientali.