Una recente indagine condotta dal CNR italiano, l’ Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) in collaborazione con l’università Reading e l’Imperial College London, pubblicata nella rivista scientifica Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences), ha evidenziato che l’aumento delle concentrazioni atmosferiche dei gas serra nel Mediterraneo ha provocato una sostanziale riduzione delle precipitazioni annue. Dai modelli climatici osservati è stato rilevato che i cambiamenti delle piogge sono già in corso nel Nord Africa e nel Mediterraneo Orientale, e se le emissioni di anidride carbonica proseguiranno sui livelli attuali, il rischio potrebbe estendersi anche al Sud d’Italia. Il team scientifico ha rimarcato che con la crescita dei gas serra potrebbe prodursi una accentuazione della variazione della circolazione atmosferica su larga scala da ridurre ulteriormente i fenomeni di bassa pressione e quindi di precipitazioni. Oltre al Mediterraneo, sono stai presi in esame altri modelli climatici di altre aree del Pianeta a clima mediterraneo, come la California, resa tuttavia più piovosa da un ritmo di riscaldamento climatico più lento, ed il Cile, il cui fenomeno di riduzione delle piogge si sta verificando in modo rapido, analogamente al Mediterraneo. I modelli esaminati mostrano, inoltre, che il riscaldamento della superficie dell’oceano non è omogeneo, ma che alcune zone si riscaldano più rapidamente di altre, di conseguenza le aree “più veloci” del riscaldamento oceanico favoriscono una variazione nella circolazione atmosferica invernale da rendere meno piovosi i climi mediterranei. L’analisi condotta ha ulteriormente dimostrato che non è detto che l’intensità delle precipitazione di alcune regioni Mediterranee possa evolversi parallelamente al riscaldamento globale dei prossimi secoli, ma che procederà in misura maggiore, secondo distinte scale temporali, a seconda delle risposte climatiche rispetto all’emissione della CO2. Questo significa che ci sono aspetti del cambiamento climatico che si manifestano in modo lento nell’arco di secoli, come l’innalzamento dei mari, e altri invece secondo ritmi più rapidi e tuttavia contenibili, stabilizzando i gas serra nell’ atmosfera. Stabilizzare le emissioni di gas serra, dunque, avrebbe degli effetti benefici immediati, oltre che a lungo termine, sia rispetto alle risorse idriche, ma anche al calo delle precipitazioni nelle regioni mediterranee soggette a fasi aridità estiva e a rischio di desertificazione.