Uno spunto di riflessione da Maurizio Mensi, Professore ordinario di Diritto pubblico dell’economia della SNA – Scuola Nazionale dell’Amministrazione di Roma.
“Con l’accordo informale raggiunto il 17 dicembre 2015 in sede di Commissione per le libertà civili, giustizia e affari interni (LIBE) del Parlamento UE si avvia a conclusione l’iter per l’adozione del “pacchetto normativo” in tema di protezione dati. Proposta dalla Commissione europea nel gennaio 2012 la riforma, che vedrà la luce in primavera, comprende un regolamento generale (che sarà applicabile 24 mesi dopo la sua adozione), destinato a sostituire la direttiva 95/46, e una direttiva sulla protezione dei dati trattati dalla polizia e dalle autorità giudiziarie penali. In parallelo all’iniziativa della Commissione, il Consiglio d’Europa (COE) nel marzo 2012 ha avviato il processo di revisione della Convenzione sul trattamento automatizzato dei dati personali (n. 108 del 1981). Anche se Unione europea e Consiglio d’Europa condividono gli stessi obiettivi, i loro approcci tuttavia in parte differiscono. La convenzione, che costituisce una sorta di standard universale, è meno prescrittiva e più concentrata sui diritti umani, laddove il regolamento UE prevede una serie di norme volte a consentire un accesso più facile ai dati, il diritto alla loro portabilità, viene disciplinato il “diritto all’oblio” e riconosciuto il diritto di essere informati in caso di violazione dei dati”.
Il diritto all’Oblio è stato il tema del Premio Nostalgia di Futuro 2013. Durante la discussione su “Diritto all’oblio o oblio di ogni diritto?” tenutasi nella sede della Fieg come d’abitutide per ogni edizione del premio che ricorda Giovanni Giovannini, storico presidente FIEG, Azzurra Caltagirone, vicepresidente della Federazione Italiana Editori Giornali, difende l’operato degli editori e chiarisce il suo punto di vista su una problematica sempre più di stretta attualità.