I social network stanno assumendo un ruolo forte nelle attività di relazione tra le persone. Ciò che sta trasformando il Web in un nuovo strumento di conversazione è in realtà anche un modo per coltivare e sviluppare business. Le conoscenze e le amicizie possono ampliarsi semplicemente attraverso dei click che trasformano incontri casuali in relazioni che possono divenire future opportunità. Così, i social network gestiscono reti di opinioni e di relazioni dove gli elementi primari sono l’aggregazione e la partecipazione, con una modalità di dialogo rapidissima e “virale”. Ciò significa che i professionisti utilizzano LinkedIn o Facebook per riallacciare vecchi contatti e per coltivarne dei nuovi in funzione di opportunità di lavoro, con una modalità di approccio che va dal tipicamente professionale al puramente amichevole.

I social network sono strumenti potentissimi, capaci di attirare migliaia di appassionati dello stesso brand o passatempo, che diventano così forti da influenzare lo sviluppo di prodotti o da deciderne le sorti. La diffusione delle informazioni, siano esse positive o negative, è rapidissima e le conversazioni, seppur brevi, possono descrivere situazioni complesse. Una volta, gli internauti più evoluti avevano il proprio sito personale; ora occorre essere dentro ai social network più importanti: Facebook, SlideShare, LinkedIn, Twitter. Ognuno, con le proprie particolarità, ci lascia esprimere in un modo diverso nei confronti delle stesse persone, offrendoci l’opportunità di allacciare rapporti e conversazioni con amici di amici che diventano in breve tempo contatti diretti. La quantità e la qualità dei contatti decreta l’autorevolezza della persona. Agli inizi del fenomeno erano strumenti frequentati dai teenager, ma oggi sono in larghissima parte occupati da adulti che li usano per motivi di lavoro.

Le aziende stanno capendo che l’utilizzo dei social network è fondamentale nella valutazione della percezione che il mercato ha di loro, mentre si chiedono come poterli usare a proprio vantaggio. Qualche brand ha aperto un profilo, qualcun altro ci ha costruito un dialogo, mentre c’è chi lo utilizza come strumento di marketing non convenzionale. Molti dirigenti e funzionari vi trovano lavoro; tanti professionisti costruiscono e coltivano contatti per nuove consulenze.

Il Web 2.0, quello partecipativo per intenderci, ha costruito il proprio scenario sui social network, strumenti che semplificano la gestione delle relazioni offrendo delle vetrine mondiali di grande visibilità per chi sa usarli correttamente dedicandoci tempo. L’esperienza di utilizzo sta influenzando le abitudini relazionali, persino le modalità di interazione sui luoghi di lavoro.

I social network sono destinazioni dove approfondire notizie su persone note e sconosciute, dove il sistema basato sulle reti di persone collegate diventa una garanzia automatica delle referenze che ognuno inserisce da sé. I curricula che ognuno si digita e si pubblica lascia intravedere la propria personalità, al di là delle informazioni utili che comunica. Capita spesso di apprendere cose che non erano note su persone amiche, proprio grazie a LinkedIn o Facebook, permettendoci di aumentare la qualità dell’informazione e la sua rilevanza. Professionalmente, i social network sono strumenti potentissimi, capaci di aprirci la via verso nuove conoscenze utili e verso nuovi mercati potenziali. Per molti, il loro corretto utilizzo ha significato in questo momento di crisi generale un modo per moltiplicare i contatti utili, per gestire la propria comunicazione, per aumentare le opportunità in modo colloquiale e rapido con costi contenutissimi. La capacità di costruire un dialogo one-to-one e one-to-network fa sì che quel senso dell’amicizia che lega chi è nel proprio network sociale riesca a cementare virtualmente persone che altrimenti non sarebbero in grado di gestire un numero così elevato di contatti. Il telefono e l’email non sono così potenti e rapidi nel raggiungere una massa di persone in poco tempo: i social network diventano così uno strumento di conversazione informale massivo, mentre email e telefono restano media di “rifinitura”, di dialogo più stretto e puntuale. L’integrazione diventa quindi perfetta, rendendo il tempo dedicato ai social network un investimento utile e produttivo.

Articolo precedenteBarbareschi: inventiamoci una via italiana nell’universo del Web
Articolo successivoMarconi: mettere la tecnologia al servizio dei cittadini