petrolio deserto
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Nel corso dei mesi estivi l’Arabia Saudita assiste alle più ampie oscillazioni della domanda di petrolio. Nel 2011, l’oscillazione della domanda saudita tra i minimi invernali e i massimi livelli estivi è stata pari a 750.000 barili al giorno, mentre nel 2012 l’oscillazione si è avvicinata a 1 milione di barili al giorno. Nel 2013, la ripresa della domanda di petrolio è stata inferiore rispetto ai due anni precedenti: la domanda di petrolio è aumentata di circa 440.000 barili al giorno tra maggio e luglio, mentre a luglio la domanda relativa a benzina, diesel, carburanti e greggio ha raggiunto i 2,67 milioni di barili al giorno.

Per comprendere le dinamiche che si celano dietro a tali oscillazioni della domanda di petrolio, è importante concentrarsi sulla struttura e sull’evoluzione del mix di combustibili nel settore dell’energia. Uno degli aspetti principali che hanno contraddistinto l’Arabia Saudita nel corso dell’ultimo decennio è stato il rapido aumento della domanda di elettricità, guidato da svariati fattori quali il rapido aumento della popolazione, la solida crescita economica, il miglioramento degli standard di vita, le condizioni climatiche estreme ma anche una politica economica finalizzata alla diversificazione in industrie che utilizzano energia in maniera intensiva e politiche basate sui bassi prezzi dell’energia. Tra il 2003 e il 2012 l’elettricità venduta (un indicatore della domanda di elettricità) è passata da 128.629 milioni di kWh a 240.288 milioni di kWh, pari a un aumento del 78 percento. Nel corso dello stesso periodo, il carico massimo è passato dai 31 GW del 2006 ai 52 GW del 2012, e si prevede che esso raggiungerà i 75 GW entro il 2020. Il più elevato consumo di elettricità giunge dal settore residenziale, che nel 2012 ha consumato circa il 50 percento dell’elettricità prodotta nel regno saudita, con circa il 70 percento del consumo residenziale attribuito agli impianti di condizionamento.

Prezzi agevolati

L’elettricità viene venduta a prezzi altamente agevolati, che oscillano tra 1,3 e 6,9 centesimi di dollari americani per kilowatt/ora, sulla base della tipologia di utente finale, della fascia di consumo e del tempo di utilizzo. Di recente, il governo ha intrapreso una graduale riforma dei prezzi dell’elettricità, mentre nel 2010 le tariffe dell’elettricità sono state riviste al rialzo per i settori industriale, governativo e commerciale, ma non per il settore residenziale. Nonostante tali aumenti, i prezzi dell’elettricità all’interno del regno saudita restano piuttosto bassi, anche in termini di standard regionali.

Il settore dell’energia dell’Arabia Saudita si basa principalmente sui combustibili liquidi. Nel 2012, le quote di gas naturale e greggio della Saudi Electricity Company (SEC) – la principale utility del paese che rappresenta circa il 77 percento della capacità installata – si sono attestate rispettivamente al 40 percento e al 34 percento, seguite dal gasolio (20 percento) e dall’olio combustibile (6 percento). Come indicato nella Tabella 1 di seguito riportata, il settore dell’energia ottiene i vari combustibili a prezzi di gran lunga inferiori rispetto a quelli applicati sui mercati internazionali. Nonostante il basso prezzo del carburante, nel 2012 il costo medio di un’unità di elettricità nel regno saudita era più elevato rispetto al prezzo medio proposto ai consumatori dalla SEC. Originariamente si prevedeva che il gas naturale e/o il ciclo combinato avrebbero comportato l’espansione della capacità di produzione di energia. Tuttavia, nel 2006 si è assistito a una variazione della politica applicata: il governo ha emesso un Regio Decreto secondo il quale le principali future centrali elettriche del paese, che inizialmente avrebbero dovuto essere alimentate a gas, sarebbero state alimentate a greggio fornito a un prezzo agevolato. Pertanto, si prevede che il volume di gas consumato per la produzione di energia resterà invariato o aumenterà marginalmente, mantenendo la propria quota nel mix di carburanti per la produzione di energia relativamente bassa. Un significativo ritorno al gas resta una possibilità, tuttavia tale passaggio si tramuterà in realtà unicamente nel caso in cui verranno scoperte grandi quantità di riserve di gas e/o nel caso in cui l’Arabia Saudita inizierà a importare gas naturale.

Tabella 1: Il divario dei prezzi

Carburante Prezzo corrisposto dai produttori di elettricit Prezzo internazionale
Olio combustibile

0,43

15,43

Gas naturale

0,75

9,04

Gasolio

0,67

21,76

Greggio

0,73

19,26

In Arabia Saudita i prezzi corrisposti dai produttori di elettricità – espressi in dollari per milione di BTU (British Thermal Unit) – sono decisamente molto più bassi rispetto ai prezzi internazionali del 2012.

Fonte: Electricity & Cogeneration Regulatory Authority (ECRA) Relazione annuale 2012

Domanda regionale e consumi di carburante

Le operazioni della SEC sono suddivise in quattro aree: centrale, orientale, occidentale e meridionale. Mentre nelle regioni orientale e centrale il gas naturale è il principale combustibile utilizzato per la produzione di elettricità, esso non rientra nel mix di combustibili nelle regioni occidentale e meridionale. Poiché la maggior parte del gas viene prodotta e lavorata nella provincia orientale dell’Arabia Saudita, il dominio del gas nel settore dell’energia di tale regione non dovrebbe essere una sorpresa. Nella regione occidentale, il greggio è il principale combustibile del mix, mentre il principale combustibile della regione meridionale è il gasolio. Tutto ciò riflette la mancanza di un’infrastruttura adeguata che sia in grado di spostare il gas naturale dai centri di produzione e lavorazione (situati prevalentemente nella regione orientale) alle regioni occidentale e meridionale. È inoltre interessante notare che in tutte le quattro regioni, la variazione della domanda mensile di elettricità è ampia nel corso di tutto l’anno, con un picco nei mesi estivi. Per poter soddisfare l’aumento della domanda di elettricità nel corso di tali mesi, il governo è obbligato ad aumentare la fonte di greggio per la produzione di elettricità, in particolare nei mesi di luglio e agosto. Le oscillazioni del consumo di greggio possono rivelarsi alquanto ampie. Tra il febbraio e l’agosto del 2012, la portata dell’oscillazione è stata pari a 476.000 barili al giorno, e nel corso dell’agosto dello scorso anno il consumo di greggio ha raggiunto i 779.000 barili al giorno. Gli ultimi dati disponibili indicano che a luglio del 2013 il consumo di greggio ha raggiunto i 757.000 barili al giorno.

Opzioni a breve termine

Sul breve termine, l’Arabia Saudita può contare su poche opzioni al fine di affrontare la sfida della riduzione del consumo di greggio nel settore dell’energia:

  • è possibile ricorrere a olio combustibile e gasolio anziché al greggio (spesso importato nel corso dell’estate);
  • è possibile accumulare riserve petrolifere nel corso dei periodi in cui la domanda è bassa e utilizzarle in periodi in cui la domanda è elevata; e
  • è possibile aumentare il consumo di gas nella produzione di elettricità al fine di originare maggiori esportazioni di greggio.

Quest’ultima opzione è stata fortemente sostenuta dai funzionari sauditi. Infatti, di fronte a un rapido aumento della domanda di gas da parte delle industrie e del settore dell’energia, Saudi Aramco è stata messa sotto pressione al fine di sviluppare le proprie riserve di gas naturale. Nei primi anni del 2000, lo sviluppo dell’Empty Quarter ha rappresentato la pietra miliare della strategia del regno saudita in relazione al gas. Tuttavia, tale sviluppo è stato sostituito dallo sviluppo di giacimenti di gas non associato, in quanto i risultati delle esplorazioni nell’Empty Quarter si sono dimostrate deludenti. Tale variazione della strategia attuata dal regno saudita in relazione al gas rappresenta un passaggio verso lo sviluppo di riserve di gas non associato maggiormente complesse, competitive e costose, seppur in un contesto caratterizzato da bassi prezzi del gas. Attualmente, il prezzo del gas naturale in Arabia Saudita è uno dei più bassi della regione (0,75 dollari per MMBTU), e i prezzi del gas naturale applicati nella regione sono i più bassi a livello mondiale.

Nel 2012, la produzione di gas dell’Arabia Saudita (dal gas greggio agli impianti di gas) ammontava a 10,72 miliardi di piedi cubi al giorno, con un obiettivo di aumento della produzione pari a 15,5 miliardi di piedi cubi al giorno entro il 2015. Presumendo che Saudi Aramco rispetti le tempistiche di produzione di gas prestabilite, ciò sarà sufficiente a ridurre l’aumento della domanda di petrolio nel corso dei mesi estivi nei prossimi anni? La risposta più semplice a questa domanda è “solo parzialmente”. Innanzitutto, l’aumento della produzione di gas non sarà in grado di soddisfare il rapido aumento della domanda di gas da parte dei settori industriale e dell’energia. In secondo luogo, le principali nuove scoperte sono situate nel Golfo, e pertanto possono alimentare gli impianti ubicati nelle regioni orientale e centrale, in cui il gas rappresenta già una componente significativa del mix di combustibili. Sarebbe possibile utilizzare ulteriore gas negli impianti di tali regioni, ma si dovrebbe rispettare un certo limite, in quanto vi sono ostacoli tecnici a tale sostituzione. Inoltre, per via delle limitazioni infrastrutturali, questi nuovi giacimenti non possono alimentare gli impianti situati nelle regioni occidentale e meridionale. Le infrastrutture necessarie per il passaggio del gas naturale in tali regioni non sono ancora pronte, e attualmente non si prevede di procedere all’attuazione di un simile progetto. Fino a che non verranno scoperte grandi quantità di gas, probabilmente il governo saudita non sarà in grado di realizzare le infrastrutture necessarie, in particolare in quanto gran parte del gas prodotto può essere utilizzato all’interno della regione orientale, e in particolare nel settore petrolchimico, che è in rapida espansione.

Una potenziale fonte di fornitura di gas alle centrali elettriche nelle regioni a corto di gas è il giacimento di Midyan, situato nel Mar Rosso del nord. Si prevede già che in futuro si procederà allo sviluppo di nuove scoperte di gas ai fini della produzione di elettricità nella parte nord-occidentale dell’Arabia Saudita, in modo tale da sostituire il consumo di greggio e gasolio in quell’area. Tuttavia, la quantità di gas scoperto non sarà in ogni caso sufficiente ai fini di una qualsivoglia variazione delle dinamiche.

L’altra opzione consiste nel ricorrere all’olio combustibile e al gasolio, che nel corso dell’estate vengono spesso importati. Per contribuire a soddisfare il rapido aumento della domanda interna, l’Arabia Saudita ha investito in modo significativo nell’espansione della propria capacità di raffinazione. Saudi Aramco si classifica al primo posto con tre nuovi impianti, ciascuno dei quali avrà una capacità stimata di 400.000 barili al giorno. Quando queste raffinerie verranno realizzate, tra il 2013 e il 2016, Saudi Aramco godrà di una maggiore flessibilità al fine di utilizzare una più elevata quantità di olio combustibile e gasolio nella produzione di elettricità, riducendo il ricorso al greggio.

Pertanto, sebbene l’Arabia Saudita possa procedere a uno sforzo consapevole al fine di limitare l’aumento del consumo interno di greggio, svariati prodotti petroliferi (gasolio o olio combustibile) resteranno la chiave per soddisfare la domanda interna di elettricità nel prossimo futuro.

Maggiore flessibilità nel medio termine

Sul lungo termine, l’Arabia Saudita potrà contare su un maggior numero di opzioni. C’è la possibilità di adeguare il prezzo del gas naturale, dei prodotti petroliferi e dell’elettricità al fine di riflettere il costo reale di tali risorse. Tale adeguamento contribuirebbe a razionalizzare la domanda e la lenta crescita della domanda di energia. Tuttavia, con ogni probabilità il governo non modificherà i propri prezzi interni legati ai prodotti petroliferi e al gas naturale per il settore dell’energia in tempi brevi nonché in assenza di una riforma generale del settore dell’elettricità. L’adeguamento dei prezzi potrà comportare costi più elevati per i servizi di base quali l’acqua, l’elettricità e l’inflazione dei carburanti, che non risultano politicamente interessanti, in particolare a seguito della Primavera Araba.

Attualmente, l’Arabia Saudita sta attuando una strategia costituita da tre elementi: variazione del mix energetico nel settore dell’energia, miglioramento dell’efficienza nella produzione di elettricità e riduzione della domanda dal lato dei consumatori migliorando l’efficienza energetica. L’Arabia Saudita sta portando avanti i propri ambiziosi piani di sviluppo dell’energia nucleare al fine di soddisfare la crescente domanda di elettricità e conservare il petrolio per le esportazioni. Nel corso dei prossimi 20 anni il regno saudita prevede di realizzare 16 reattori nucleari, con una spesa prevista pari a 7 miliardi di dollari per ciascun impianto al fine di fornire un quinto dell’elettricità del paese per uso industriale e residenziale nonché ai fini della dissalazione dell’acqua di mare. Il governo prevede inoltre di produrre energia a partire dal solare, e sta altresì valutando la possibilità di ricorrere all’eolico, all’energia prodotta attraverso i rifiuti e all’energia geotermica, nel tentativo di ridurre il consumo di petrolio e gas. Il regno saudita vanta un piano di investimento pari a 109 miliardi di dollari finalizzato alla creazione di un settore solare che potrebbe produrre un terzo dell’elettricità del paese entro il 2032.

L’Arabia Saudita potrebbe inoltre valutare l’importazione di GNL, che offrirebbe al regno la flessibilità necessaria senza la necessità di dover procedere a massicci investimenti legati a impianti di lavorazione del gas e gasdotti (sebbene il regno saudita dovrà investire nella capacità di rigassificazione). Tuttavia, tale scenario pone delle difficoltà, in quanto comporterebbe un ampio divario tra il prezzo del gas venduto sul mercato interno e il prezzo del gas importato dai mercati internazionali.

Si intende inoltre migliorare l’efficienza della produzione di energia elettrica. L’efficienza del settore dell’energia saudita, rispetto ad altre parti del mondo, è piuttosto bassa, e si colloca ben al di sotto della media mondiale, ed è pertanto necessario procedere a significativi miglioramenti dell’efficienza del settore dell’energia. Il regno saudita ha già avviato un programma mirato alla chiusura delle vecchie centrali elettriche e all’introduzione di centrali caratterizzate da una maggiore efficienza. Tutto ciò potrebbe inoltre modificare le dinamiche della domanda interna, sebbene permangano dubbi relativi al fatto che tale programma possa essere realmente attuato in assenza di una politica di determinazione dei prezzi più razionale.

Conclusioni

Sebbene l’Arabia Saudita possa contare su varie opzioni a lungo termine (dopo il 2020), nel breve/medio termine il consumo di combustibili liquidi nel settore dell’energia continuerà a rappresentare una sfida per i governi del paese. Si prevede che nei prossimi anni il consumo di combustibili liquidi da parte del settore dell’energia continuerà ad aumentare rapidamente, guidato dalla crescita della domanda di elettricità, dai bassi prezzi dell’energia e dell’elettricità, nonché dai limiti tecnici e infrastrutturali che impediranno una maggiore penetrazione del gas nel settore dell’energia. Di conseguenza, le oscillazioni della domanda di petrolio nel corso dei mesi estivi si protrarrà nel tempo, e pertanto la domanda interna saudita continuerà a essere strettamente monitorata dagli analisti di mercato e continuerà a essere uno dei fattori che influiscono sui bilanci del mercato del petrolio nonché sull’andamento dei prezzi, in particolare in alcuni dei mesi più significativi, nel corso dei quali i fondamentali del mercato del petrolio vengono percepiti come correlati tra loro e/o i mercati prevedono che le richieste rivolte all’Arabia Saudita possano aumentare.

Bassam Fattouh

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