di ALESSANDRO LUCIANO –

Ringrazio il Presidente Fini per la sua ospitalità e per le sue parole pronunciate in ricordo  dell’On. Enrico Manca.
Desidero rivolgere un saluto particolarmente affettuoso alla signora Cristina, moglie di Enrico, e ai suoi familiari, testimoni di una vita di impegno generoso per la politica e le Istituzioni.
Ringrazio, inoltre, i relatori e tutti i presenti che con affetto e partecipazione hanno aderito a questo incontro.

Oggi vogliamo onorare la memoria di un uomo che con la sua testimonianza, professionale e umana, ha trasmesso ad ognuno di noi, in tempi e modi differenti, la sua grande passione culturale, intellettuale  e comunicativa nonché l’acutezza e l’intelligenza politica.
Lieto che la Camera dei Deputati possa ospitare questa iniziativa voglio iniziare il mio intervento citando proprio le parole dell’amico Manca:
L’innovazione è soprattutto capacità di rispondere alle esigenze della comunità.
Gli investimenti in ricerca e sviluppo sono indispensabili per produrre innovazione così come il potenziamento, selettivo e meritocratico della ricerca ne è condizione essenziale.
In queste due brevi frasi – che abbiamo scelto come simbolo, tra le tante, cariche di significato, pronunciate da Enrico nella sua lunga e quanto mai prestigiosa carriera – è, infatti possibile tracciare una sintesi dell’eredità di pensiero e di impegno concreto rispetto a temi di così forte attualità come sono l’innovazione e la ricerca.
Due tematiche, strettamente collegate l’una all’altra, che sono state, a ben vedere, leitmotiv di tutta la visione non solo istituzionale ma oserei dire ideale e morale di Enrico.
Chi, come me, ha avuto la fortuna di conoscerlo e collaborare con lui sa, infatti, che credeva fortemente nella possibilità di crescita del nostro Paese attraverso innovazione e ricerca, e che faceva della crescita un vero e proprio imperativo che si è tradotto, nei differenti ruoli e incarichi ricoperti nel corso della sua carriera, dal mondo della politica, a quello della radio e della televisione fino alle Istituzioni, in una convinta operosità di cui è tutt’ora possibile cogliere i frutti.
Non voglio in questa sede tratteggiarne la figura mitizzandone i contorni, ma il senso di ammirazione che si prova per la sua straordinaria personalità politica e civile, emerge dai fatti ed è oggettivamente difficile sfuggirne.
Ho conosciuto Enrico durante i primi anni ottanta quando, durante il secondo governo Cossiga e il governo Forlani, ero suo consigliere presso il Ministero del Commercio con l’Estero, …fin da allora era possibile cogliere il valore di uomo politico esemplare. Enrico sapeva, infatti,  incarnare insieme il senso di responsabilità, lo spirito di servizio e la capacità di dialogo e di collaborazione in un mondo in veloce trasformazione.
Trasformazione di cui lui stesso era fautore.
Penso al suo impegno politico all’interno del Partito Socialista, di cui fu esponente di spicco e protagonista negli anni in cui il partito imboccò la difficile strada del rinnovamento.
Penso al suo impegno nel Partito Socialista Riformista (Psr) che contribuì a fondare nel 1994 con l’On. Fabrizio Cicchitto.
Penso soprattutto ai suoi anni di presidenza nella Rai, un’azienda che seppe portare verso una radicale modernizzazione, rendendola  all’avanguardia.
E penso alle sue ultime imprese, potremmo dire le sue  creature, a cui ha lasciato un’indelebile impronta ovvero alla sua rivista Pol.is, uno spazio aperto di riflessione e dibattito politico sulle questioni di attualità il cui scopo era il rinnovamento della democrazia, all’ISIMM, l’ Istituto per lo studio dell’Innovazione nei Media e per la Multimedialità, che con la sua azione direttiva è diventato un’agorà dove lo scambio di conoscenza e esperienza tra accademici, ricercatori e professionisti dei media è oggi ai massimi livelli.
Infine penso al suo costante e incisivo impegno all’interno della Fondazione Ugo Bordoni dove la sua avventura di fine intellettuale e promotore culturale, in particolare per la costante attenzione dedicata alle politiche industriali nell’ambito della regolazione dei media e della evoluzione delle piattaforme dell’universo digitale, si è concretizzata.
Oggi a distanza di anni le nostre strade si sono nuovamente e idealmente incontrate, ho, infatti, l’onore di raccogliere la sua prestigiosa eredità come Presidente della Fondazione Ugo Bordoni.
Un’eredità che si attua specificatamente sul terreno di ricerca e innovazione in ambito  ICT, ambito che conosco profondamente grazie al mio lavoro in AGCOM dove, tra il  1998 e il 2005, sono stato commissario nella prima consiliatura e componente della Commissione Infrastrutture e Reti e, ancora prima, grazie alle mie attività di  consulenza per importanti aziende italiane ed internazionali come STET e DSC Communications.
Ci incontriamo nuovamente, dunque, dicevo, sul terreno di ricerca e innovazione nell’ambito dell’Information and Communication Technology, che è “la più pervasiva delle innovazioni” diceva Manca circa un anno fa “un’innovazione capace di attraversare e riconnettere ogni ambito della vita di una persona, ogni settore della vita di un Paese”.
Un ambito in cui la Fondazione, organismo di diritto pubblico, assicura, un ampio ventaglio di competenze tecniche al massimo livello di professionalità.
La sua peculiare missione è quella di promuovere e migliorare l’utilizzo delle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni a vantaggio dell’intero Paese.

A questo hanno lavorato per anni Enrico Manca insieme alle professionalità della Fondazione Bordoni in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico affinché la FUB da centro di ricerca eccellente diventasse un soggetto perno al servizio dell’ ICT nel suo complesso,occupando un ruolo sistemico che si sviluppa con e verso la pubblica amministrazione e con e verso i cittadini.
Ne sono esempio lo sviluppo, svolto d’intesa con l’AGCOM, della certificazione della qualità di servizio internet, oggi da rete fissa, e nel prossimo futuro anche da rete mobile; la realizzazione e gestione del Registro Pubblico delle Opposizioni; tutte le attività di coordinamento e supporto messe in atto nell’epocale migrazione dell’Italia dall’analogico al digitale terrestre che ci porterà a tagliare il traguardo dello switch off; nonché al lavoro dispiegato per l’uso efficiente dello spettro elettromagnetico, primo passo per colmare il digital divide e garantire l’enorme opportunità di crescita economica e sociale che si presenta con l’accesso a banda larga via radio e in mobilità.
Si tratta di attività che segnano il passo dell’innovazione poiché la ricerca ha senso solo quando si trasforma in innovazione, ovvero si mette al servizio del cittadino.
L’ICT, dunque non è più una promessa ma è un mezzo potentissimo per migliorare la vita di tutti noi. L’eredità più difficoltosa ma allo stesso tempo sfidante che ci ha lasciato Manca è la necessità di studiare e lavorare per rendere queste tecnologie utili per tutti, usarle per riattivare la crescita, e rendere, in definitiva, più efficienti i servizi per i cittadini.
Profondamente consapevole del fatto che l’intreccio tra democrazia e tecnologia della comunicazione cresce in maniera esponenziale Enrico ha contribuito attivamente e con grande passione alla realizzazione di tutte le attività della FUB ed è riuscito a consolidare ed estendere il tradizionale patrimonio di competenze della Fondazione perché, e cito nuovamente le sue parole:
“la Ricerca, l’Innovazione e lo sviluppo delle tecnologie sono imperativi ineludibili per fronteggiare le inedite sfide della globalizzazione e di una sempre più stringente competitività, in un mondo che vede rapidamente mutare le gerarchie dei soggetti protagonisti della scena internazionale. Obiettivo primario dell’impegno della Fondazione Bordoni è contribuire a far sì che il concetto di innovazione, talvolta astratto, divenga un approccio diffuso e tale da cogliere nelle TLC e nell’ICT i fattori determinanti per lo sviluppo del nostro Paese”.
Lungo queste direttrici, segnate dal lavoro incessante di Enrico, intendo indirizzare la mia presidenza, con l’auspicio di ampliare il raggio di azione delle competenze della FUB e promuovendo, proprio come Enrico auspicava “l’incontro e lo scambio fra le principali realtà che interagiscono con il mondo ICT: Istituzioni, formazione, ricerca, impresa, finanza, amministrazioni pubbliche, avendo come interlocutori primari i cittadini e i loro diritti”.
Sono convinto, infatti, che lo sviluppo delle capacità di innovazione e l’impegno nella ricerca siano oggi, in un momento di crisi così profonda e complessa come quella che stiamo attraversando, la leva decisiva per vincere la sfida della crescita.
Per questo motivo la Fondazione Ugo Bordoni mette a disposizione di questo nuovo governo tecnico, “governo di saggi” le sue competenze tecnico scientifiche dando il suo contributo al Paese come catalizzatore di innovazione.
Vorrei concludere questo mio intervento con un ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato per consentire lo svolgimento di questa manifestazione di omaggio, che getta luce al percorso compiuto di un grande uomo.
In particolare ringrazio il Presidente dell’Isimm, Vincenzo Zeno Zencovich, che come me raccoglie l’eredità di Enrico Manca, e a cui con piacere lascio la parola.

Alessandro Luciano

Presidente Fondazione Ugo Borboni

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