Il sapere digitale prende forma tra pubblico e privato, tra comunità e individuo, tra accesso condiviso e e soggettività. Nell’era del tag e del social bookmarking, metaforicamente ciascuno di noi diviene strumento e motore di ricerca, per se stesso e per gli altri. La Rete trasferisce ad ogni singolo utente una dimensione ipertestuale, attraverso la sempre più ampia e condivisa esteriorizzazione dei processi mentali individuali. Con la diffusione delle tecnologie digitali viviamo l’emergenza della società ipertestuale. Il brain frame ipertestuale non è più semplicemente un frame, è un brain structure,brain attitude,più aperto al mondo esterno, oltre la mente umana, esteso dalla macchina alla Rete.

E’ la trasformazione avviata dal Web. L’impatto cognitivo dei nuovi strumenti che rivoluziona il nostro approccio alla conoscenza. Si tratta di mutamenti, dalla scrittura alla rivoluzione elettronica, che sono stati oggetto crescente di studi e discussioni. Come si è trasformata la mente umana con la diffusione delle nuove tecnologie? Cosa succede quando il ricercatore sceglie di – o è costretto a-inforcare gli occhiali del suo computer come interfaccia del mondo? Come si definiscono le pratiche di interazione che sostanziano il processo della ricerca, alla luce della nova e straordinaria fonte scientifica del Web? Come si costruiscono le dinamiche di legittimazione dei saperi e di accreditamento dei membri della comunità scientifica nel conteso di apertura e democratizzazione consentito dal Web, che potenzialmente libera la pubblicazione scientifica da marchi editoriali e istituzionali?

Questo volume raccoglie le intersezioni, e conversazioni, di due percorsi di ricerca segnati da tensioni comuni e da storie generazionali diverse.

Autori.

Annalisa Buffardi, docente di Tecniche di e-learning presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli studi di Napoli Federico II, si occupa delle nuove frontiere della conoscenza in Rete.

Derrick de Kerckhove, direttore scientifico di Media Duemila, è stato direttore del McLuhan Program dell’Università di Toronto, oggi insegna Sociologia della cultura digitale presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli studi di Napoli Federico II, è tra i principali studiosi dell’impatto delle nuove tecnologie sulla mente umana.

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