Ercolano. In Italia costruire opere e business sulle idee è da sempre difficile, anzi difficilissimo, fortunatamente non sempre impossibile. Il frutto di un sogno diventato realtà è il Mav di Ercolano, Museo Archeologico Virtuale, una struttura unica che coniuga passato e presente ed offre grazie alle nuove tecnologie una fruizione a misura di Nato Digitale: i ragazzi qui entrano, restano volentieri e chiedono di tornare,

Questo sogno è diventato realtà grazie all’impegno di Valter Ferrara, dirigente della Provincia di Napoli, uomo – come ama definirsi – dedito alle politiche dell’innovazione, esperto del mondo dell’arte digitale già dai tempi di Mediartech, forse la più significativa manifestazione italiana nell’ambito della cultura digitale.

“Il Mav di Ercolano si propone – spiega Ferrara – come uno straordinario museo d’autore della virtualità per la rappresentazione archeologica realizzato per la regia di Gaetano Capasso e la scenografia di Antonio Di Tuoro. Il museo da un lato dà modo di immergersi negli scenari suggestivi che rappresentano luoghi e vita dell’epoca romana ai tempi della distruzione delle città vesuviane, Ercolano, Pompei, Stabia e tutti gli altri centri meno noti e dall’altro di esemplificare come la tecnologia sia funzionale alla produzione di contenuti della cultura e della memoria dell’uomo”. Secondo Ferrara, nel nostro Paese non sia ha la mission di fare business, per questo motivo troppo spesso le sperimentazioni non sono il primo passo per costruire aziende in grado di produrre ricchezza. Questa una delle ragioni per la quale presso il Mav ci saranno centri di produzione di altissimo livello che in poco tempo, se gestiti correttamente, saranno in grado di promuovere business.

“Questo che vediamo oggi – continua Ferrara – è l’embrione della casa della cultura digitale italiana, il polo in futuro sarà formato da strutture quali la sala digitale, la casa di produzione piccola ma di alta qualità. Inoltre ci saranno zone in cui le persone possono vedere la registrazione di tutte le operazioni che servono a creare gli scenari virtuali. La gente non sa cosa significa costruire una scena in 3D. È bene fare divulgazione anche in questo settore. Bisogna cambiare mentalità e far capire che il computer non fa tutto da solo. Sono ottimista e credo di poter affermare che in due anni saremo operativi, cominceremo. Non saremo subito in grado di fare grandi cose, ma saremo operativi e pronti a recepire le novità in arrivo. L’introduzione degli schermi Oled, gli ologrammi, avvieranno un’altra Grande Mutazione, per dirla alla maniera di Media Duemila. Oggi il momento di innovazione è più veloce, pensiamo alla miniaturizzazione che è agli albori ma procede a passi da gigante. Questo museo sarà il punto di incontro, sviluppo e divulgazione di ogni innovazione. Saremo un posto di frontiera dove cercheremo di usare il know how a disposizione per creare. Questo museo è nato da poco, inaugurato sei mesi fa, eppure le entrate sono molto soddisfacenti. Sono sicuro che entro due anni arriveremo al pareggio di bilancio. Questa è una struttura autoportante, che presto sarà in grado di reggersi da sola”.

L’anno 2008 è stato concluso da una grande manifestazione sull’arte globale per verificare la possibilità di fare un convegno vero a distanza, tutti ne parlano, ma nessuno li fa. Ad Ercolano hanno dato il via a questo genere di kermesse riunendo virtualmente cinque città mediterranee (Nizza, Napoli, Barcellona, Bari e Bilbao) per curiosare nell’arte digitale promuovendone un dibattito per riflettere sulle implicazioni teoriche e pratiche dell’arte globale, e per interrogarsi sull’influenza che la condizione globale ha sull’arte e sulla rappresentazione del mondo. “Secondo me è veramente difficile da definire questo concetto e soprattutto la differenza fra arte digitale e arte globale – spiega Ferrara – per l’opera di Fischnaller che esponiamo, non è possibile parlare solo di arte digitale perché c è dentro la robotica, la tecnologia 3D ed altro. È importante sottolineare che le aziende investono in arte digitale perché consente di scoprire funzionalità che neanche l’inventore stesso della tecnologia è in grado di immaginare”.

Dunque la tecnologia di frontiera che ogni artista tende a usare per esplorare spazi nuovi è importante per scoprire linguaggi ed evidenziare funzioni potenziali dei nuovi media e dell’hardware.

La mostra di Franz Fischnaller non a caso apre le attività nel campo delle arti digitali del Mav. L’artista rappresenta nel quadro italiano ed internazionale una delle punte più avanzate in questa straordinaria impresa che intende utilizzare le tecnologie più avanzate per esprimere tensioni, sogni, desideri, speranze, bellezza, mistero armonia, in sintesi la poesia dell’uomo. Espandendo le frontiere dell’Utopia… Dal Rinascimento Digitale al progetto. Città del futuro e uomo ubiquo sono realtà negli schermi di questo artista. Sperimentazione ed avanguardia a tutto campo, grande e piccola. Quest’ultima sarà concretizzata attraverso tecnologie che permettono agli utenti di scaricare in qualsiasi momento notizie, filmati e musica sui cellulari. La Nota Elettronica, che Media Duemila sta sperimentando con successo da mesi, potrà entrare anche in questo plesso caratterizzandolo ancora di più come frontiera della sperimentazione digitale.

“Presto daremo la possibilità ai nostri visitatori – conclude Ferrara – di scaricare file mp3 con spiegazioni nelle varie lingue, scaricabile su di un qualsiasi lettore  mp3 o iPod. Questi file saranno a disposizione in rete per chi vorrà scaricarli prima di venire nel museo o a disposizione di chi entra. In futuro con la tecnologia mp4 sarà possibile aggiungere filmati o altri tipi di informazioni multimediali”.

La suggestione è garantita in un percorso che attrae e permette di provare sensazioni che permettono agli abitanti del mondo del Terzo Millennio di rivivere un pezzo di storia di un passato che non deve essere dimenticato.

M.D.

(Da: Media Duemila n° 263, febbraio 2009)

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