Nel corso dell’ annuale Think-tank economico (Bruegel Annual Meetings 2020), con sede a Bruxelles dal 1 al 3 settembre, sul tema della nuova economia mondiale post Covid-19, Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea, responsabile della attuazione del Green Deal europeo, ha anticipato, nel suo intervento, i primi risultati della valutazione di impatto sui target clima al 2030, annunciando il nuovo obiettivo Ue in riferimento ad una nuova strategia energetica offshore, ad una nuova economia dell’idrogeno pulito ed a un ulteriore taglio delle emissioni di gas serra, dall’attuale 40% all’aumento del 10-15% entro il 2030, corrispondente al 50–55% rispetto al 1990, obiettivo ambizioso, anche se non corrispondente alle richieste delle associazioni ambientaliste, ma “fattibile, che può sostenere la crescita economica”. Il principio fondante e conclusivo espresso da Timmermans è che “l’ European Green Deal sarà sociale o non avverrà”. Timmermans ha altresì preannunciato il proposito della Ue di rendere note, per il prossimo giugno 2021, le nuove proposte di revisione sul quadro giuridico per il clima e l’energia del 2030 con l’estensione inoltre, del sistema dei certificati di inquinamento, ossia l’European Union emissions trading system -EU ETS, relativi ai nuovi standard sulle emissioni di CO2 per auto e furgoni, sinora rivolto ai settori industriali ed al trasporto aereo. Nella nuova strategia di crescita dell’Europa -prosegue Timmermans- la sostenibilità ambientale, economica e sociale devono ora procedere più che mai in sintonia rispetto al passato. Nell’intervento inoltre, il Vicepresidente della Commissione Ue mette in allerta sui rischi di “un modello economico insostenibile, basato sulle ingiustizie sociali create dalle precedenti crisi, o sulla mancata distribuzione equa dei benefici della nostra crescita. Insicurezze dovute ai cambiamenti tecnologici dirompenti ed alle sfide esistenziali poste dal cambiamento climatico” e lungo questo scenario Timmermans riafferma la necessità di rafforzare la dimensione sociale dell’European Green Deal, presentandolo come un obiettivo inizialmente concepito come una “pretesa della Ue di un destino diverso, di una una società più inclusiva, più verde e più forte” Gli investimenti necessari per la transizione sostenibile avranno anche un forte impatto sull’occupazione e sul resto dell’economia. “Non possiamo vincere la nostra battaglia- prosegue l’intervento- per una maggiore equità, per una transizione giusta, se difendiamo un modello economico che ha prodotto una disuguaglianza crescente sulla scia di un insieme di risorse in diminuzione. Raggiungere la Carbon neutrality entro il 2050 richiederà un’azione dell’Ue in tutti i settori, come l’uso del suolo ed i trasporti che richiedono dei lunghi tempi di attuazione e, di conseguenza, l’esigenza di intensificare l’azione già nell’arco del prossimo decennio. Non possiamo fermare l’orologio sul cambiamento climatico”. La risposta della Ue alla crisi del Covid-19 offre –continua Timmermans- l’opportunità di salvare e creare nuovi posti di lavoro anche nei decenni a venire. Un investimento che comporterà costi aggiuntivi, come viene evidenziato in una lettera alla Commissione dei ministri dei sei Paesi dell’Europa dell’Est, ancora fortemente dipendenti dal carbone, come la Bulgaria, la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Polonia, la Romania e la Slovacchia. Ma, con riferimento ai danni provocati da eventi meteorologici estremi come le inondazioni, uragani, siccità, ondate di calore che stanno diventando più frequenti mettendo a dura prova l’economia -il vicepresidente ribadisce “il costo dell’azione per il clima può essere elevato, ma è molto poco rispetto al costo dell’inazione. Mentre lavoriamo per superare il Covid-19, sono convinto che il percorso verso un futuro più luminoso è proprio davanti a noi. Con l’European Green Deal a guidarci ce la faremo».