cover il web ci rende liberiSe da una parte su Internet si trova tutto, dall’altra si rinuncia a molto. Siamo la merce dei social network. Gratuito è una parola che da rivedere nel significato e nella prassi. Privacy? Concetto ormai antico o solo modificato dalla tecnologia. Oggi si è verificato qualcosa di inaspettato dai più. Le persone mettono volontariamente in rete le proprie informazioni creando questa galassia di Big Data che pongono nuovi problemi per chi governa, chi li controlla ed anche chi li spia. La rivoluzione digitale governa ormai la nostra vita. Ci chiediamo, tra speranze e nevrosi, se il web ci rende liberi o ci opprime, ci arricchisce o rende miserabili.
Be or not to be versione terzo millennio, una o più risposte nel volume scritto da Gianni Riotta (Giulio Einaudi Editore): “Il web ci rende liberi? Politica e vita quotidiana nel mondo digitale”.
Nel libro si legge che con la fine del Novecento si è chiuso il secolo delle masse e si è inaugurato con il XXI, quello delle Persone, gli Individui. A decidere le sorti della rivoluzione saranno i nuovi contenuti se li sapremo creare, senza lasciarci ipnotizzare dalla potenza della tecnologia. L’Individuo siamo noi, padri e madri e figli e figlie, l’umanità decisiva perché online il Buio non prevalga sulla Luce. Il giornalista esperti di Rete propone un mondo di nuovi media dove i valori classici quali tolleranza, ragione, equanimità, curiosità, allegria, critica, autocritica, libertà, dialogo e confronto.
Molte delle innovazioni tecnologiche sono nate con uno scopo diverso da quello per cui le ricordiamo: il torchio a stampa riproduceva Bibbie in latino; il telegrafo lanciava sos; la radio era solo un «telegrafo senza fili»; Arpanet, l’antenata di Internet, era una difesa in caso di attacco militare. È stato con il «mutamento dei contenuti» che è avvenuta la rivoluzione. Quando gli stampatori pubblicano testi in volgare e i primi giornali, quando il telegrafo trasmette le corrispondenze degli inviati del «Times», quando Hitler e Roosevelt utilizzano la radio per fare propaganda. “Oggi siamo al passaggio nell’era cibernetica. Abbiamo creato gli strumenti del domani e li riempiamo di vecchi contenuti – spiega Riotta a Nautilus (Rai Scuola) -. L’editoria cerca una soluzione alla crisi negli e-book, la scuola si mette online, la fabbrica diventa digitale, la battaglia per l’egemonia è appena iniziata”.
Gianni Riotta è Visiting Professor a Princeton University e all’IMT di Lucca dove fa ricerca su new media e Big Data. È membro permanente del Council on Foreign Relations. Editorialista della «Stampa» e «Foreign Policy», è stato direttore del Tg1 e del «Sole 24 ore». È Conduttore dell’Eco della storia. Per Einaudi ha pubblicato N.Y. Undici Settembre (2001) e Il web ci rende liberi? (2013). Vive tra New York e Milano.

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