La scadenza della Concessione del servizio pubblico radiotelevisivo nel 2016 è l’occasione, forse l’ultima, per ampliare il concetto di servizio pubblico a tutto il settore della comunicazione. Questa è la convinzione di Infocivica, che, forte di un lavoro di analisi e di approfondimento di cui ci siamo già occupati in questa rubrica, ha formulato un decalogo di proposte.
Le idee di Infocivica sono state presentate e discusse in un convegno a Roma, a Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia, in occasione del festival Eurovisioni 2014. L’ambizione dell’Associazione fondata nel 2000 da Jader Iacobelli, Bino Olivi e un gruppo di giornalisti e operatori della comunicazione, è di promuovere un’integrazione dell’art. 21 del Titolo I della Costituzione, a maggiore tutela del diritto all’accesso e all’informazione.
Il convegno, giovedì 9 ottobre, è stato anche l’occasione per illustrare la dichiarazione rifondativa dell’Associazione, che s’intitola “Per una responsabilità pubblica nelle comunicazioni dell’era digitale” e che è stata illustrata dal presidente Massimo De Angelis.
Proprio l’imminenza della scadenza della Concessione fa proliferare convegni e dibattiti, quasi sempre “a guida Rai”. Come quello svoltosi il 14 ottobre all’Auditorium Loyola del Centro Congressi di piazza della Pilotta, a Roma, dall titolo ‘Missione, indipendenza e governance del servizio pubblico: l’esperienza europea’. C’era tutto il gotha della Rai, dalla presidente Anna Maria Tarantola al direttore generale Luigi Gubitosi, e dei media tradizionali italiani.
Il convegno di Infocivica ha invece avuto come protagonisti, uomini del servizio pubblico europeo e italiano, esponenti del governo e delle istituzioni, specialisti, docenti, giornalisti, operatori, uomini di cultura e di spettacolo. Il decalogo delle proposte di Infocivica è il seguente:
1) Accesso per tutti i cittadini senza discriminazioni alle infrastrutture di rete broadcast e broadband;
2) Accesso libero gratuito alle reti broadband e broadcast attraverso una connessione fornita dal provider hub di servizio pubblico;
3) Accesso a tutti i cittadini ai contenuti free disponibili sulle reti;
4) Predisporre i necessari meccanismi di salvaguardia, sicurezza e certificazioni per gli utenti;
5) Produrre contenuti di informazione, educativi e ricreativi da fornire gratuitamente a tutti gli utenti via broadband e broadcast;
6) Distribuire e consentire l’accesso online a contenuti gratuiti e/o a pagamento e ai contenuti proposti e prodotti dagli utenti;
7) Garantire servizi di connessione con istituti culturali presenti sulle reti;
8) Produrre e diffondere contenuti di comunicazione istituzionale e gestire servizi di connessioni con le P.A. e altri soggetti pubblici e privati;
9) Promuovere il radicamento del servizio pubblico sul territorio e la sua funzione di prossimità;
10) Assicurare un servizio di comunicazione interattiva personalizzata con ciascun utente per consentire la migliore utilizzazione delle opportunità offerte dalle reti in termini di contenuti e servizi gratuti e/o a pagamento.
A giudizio di Infocivica, i punti 1 e 2 dovrebbero essere affidati a un carrier delle comunicazioni pubblico che unifichi telefonia, segnale di rete e radio televisivo in un’unica azienda pubblica di comunicazione. Gli altri compiti dovrebbero essere assolti da una media company che erediti i compiti fin qui svolti dalla Rai e li ricollochi nel nuovo universo crossmediale interattivo.