Un ‘team di prof’, anzi uno ‘squadrone di docenti’, per provare a costruire, attraverso il confronto di esperienze nazionali diverse, un modello europeo per un servizio pubblico audiovisivo efficiente e capace di corrispondere alle attese dei cittadini: roba da Grande Torino, l’esercizio avviato proprio a Torino, città culla dell’attuale RAI e di quanto la precedette, da Infocivica. Da tre anni, studiosi ed esperti da Gran Bretagna, Francia e Germania, Paesi Nordici e Polonia, Spagna e Portogallo, Svizzera e ovviamente Italia, Unione europea ed EuroVisione confrontano fra di loro dati e tendenze dei servizi pubblici nei rispettivi Paesi: l’ultimo incontro la scorsa settimana, lunedì 19 settembre, a margine, come di consueto, del Prix Italia Rai..
L’iniziativa è ormai vicina al traguardo: nel novembre dell’anno prossimo, il 23 e 24 sono le date previste, Torino, che ha sempre ospitato i seminari di lancio, di sviluppo e di consolidamento dell’esercizio di analisi e sintesi, sarà teatro di una conferenza finale, dalla quale dovrebbe venire fuori un libro bianco di idee e di proposte da portare all’attenzione delle istituzioni comunitarie.
Infocivica è un’associazione, fondata da Jader Jacobelli e Bino Olivi e da un gruppo di giornalisti, universitari e funzionari e operatori nella comunicazione: opera per il rinnovamento del servizio pubblico radiotelevisivo e per la ridefinizione della sua missione nella società dell’informazione e della conoscenza. L’iniziativa europea viene condotta in collaborazione con la rappresentanza in Italia della Commissione europea, la Fondazione Ugo Bordoni, l’Associazione italiana Comunicazione pubblica e istituzionale, l’Istituto Affari Internazionali e di altri enti e gruppi.
Le istituzioni comunitarie sono finora state riluttanti ad affrontare in modo sistematico il tema posto da Infocivica, dai suoi partner, dal suo team di professionisti della comunicazione e docenti: come dimostra la gamma delle relazioni e degli interventi al seminario della scorsa settimana (visibili tramite questo link) la creazione e, prima ancora, la definizione di canoni e criteri d’uno spazio pubblico audiovisivo e online toccano interessi di varia natura, economici, industriali, commerciali, tecnologici, e investono la sfera della concorrenza. Ma, più in profondità, riguardano la dimensione delicata del diritto all’informazione e della libertà di espressione, due elementi fondanti della nostra concezione, che sia occidentale, illuministica, liberale, sociale, di libertà dell’individuo e di rispetto delle comunità, quali ne siano gli elementi aggreganti, politici, religiosi, etnici.
Portata avanti con entusiasmo e con competenza, la spinta dell’iniziativa di Infocivica può risultare determinante per scuotere la politica, fornendole un materiale elaborato di riflessione e di decisione.