Passi della Commissione e del Parlamento europei e iniziative legislative popolari europee: si porta avanti su molti fronti, e con strumenti diversi, la battaglia europea per la libertà di stampa, un tema al centro del 50° Congresso internazionale dell’Associazione dei giornalisti europei (Aje), svoltosi a Offida nelle Marche. L’appuntamento ha coinciso con la mobilitazione creata in Italia dal molto controverso ‘caso Sallusti’ e dal fermento intorno al disegno di legge sulla diffamazione: l’Fnsi (Federazione nazionale della stampa italiana, il sindacato dei giornalisti) ha organizzato presidi sulla piazza del Pantheon, a Roma, tra Montecitorio e Palazzo Madama.
Al Congresso dell’Aje, il punto sulla libertà di stampa in Italia è stato fatto da Alberto Spampinato, già quirinalista dell’Ansa e fondatore di ‘Ossigeno per l’informazione’, l’Osservatorio permanente dell’Fnsi sui cronisti italiani minacciati e sulla libertà di informazione. Roberto Natale, presidente dell’Fnsi, afferma: “Cancellare il carcere fra le pene per i reati a mezzo stampa da una legge che non rispetta i canoni delle democrazie avanzate e della giurisprudenza della Corte dei diritti dell’uomo è cosa buona e giusta. Barattare questa eliminazione con ‘norme bavaglio’, già rigettate nei tentativi di intervento contro il diritto di cronaca in progetti di legge sulle intercettazioni, sarebbe insensato … Meglio, allora, tenersi la vecchia norma”.
Ma il caso del direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, la cui condanna a 14 mesi di reclusione è stata confermata dalla Cassazione in quanto “recidivo”, è solo il più noto, spiega a Offida Spampinato. Secondo i dati dell’Osservatorio Ossigeno, riferiti da Angela Lamboglia su EurActiv, “si contano  in Italia 290 casi di minacce e abusi gravi nei confronti di giornalisti dall’inizio dell’anno, 1200 episodi negli ultimi 6 anni”.
Casi che si verificano soprattutto “nelle città e nelle regioni periferiche”, indica Spampinato, che abbracciò la professione dopo la morte per mafia del fratello Giovanni, ucciso esattamente 40 anni or sono, mentre conduceva un’inchiesta sui rapporti tra eversione nera e Cosa Nostra in Sicilia.
Dal Congresso dell’Aje, è venuto un appoggio alla proposta – avanzata proprio a Offida dal capo della divisione Media del Consiglio d’Europa Jan Malinowski – di costituire “una task force, uno spazio comune in cui fare circolare a livello europeo” le informazioni dell’Osservatorio Ossigeno.
Anche perché, osserva il rappresentante dell’Aje presso il Consiglio d’Europa William Horsley, l’ignoranza è solo parte del problema: “C’è una mancanza di risposta politica”, che la task force dovrebbe invece sollecitare. Una strada che ha già condotto a risultati in Ungheria e in Ucraina e che, secondo Malinowski, va ulteriormente sperimentata.
La preoccupazione per la libertà di stampa non è precipua delle Istituzioni comunitarie. Il Consiglio d’Europa, che ha competenza dei settori dell’informazione e del rispetto dei diritti fondamentali, sta portando avanti una serie di iniziative, anche in collaborazione con l’Unesco: “Stiamo organizzando – dice Malinowski-  un workshop e cercando di stilare degli standard e delle norme che possano favorire la protezione dei giornalisti online e dei blogger, anche individuando riferimenti positivi per gli stati su responsabilità dei giornalisti, accesso all’informazione e protezione delle fonti”.
La lentezza burocratica delle organizzazioni internazionali non aiuta a dare risposte tempestive ed efficaci, ma la domanda di misure che garantiscano la libertà dei giornalisti, e quindi la democrazia, è forte in Europa.

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