L’innovazione porta a grandi cambiamenti, quelli che sono sotto gli occhi di tutti noi; accettabili o meno, sono indubitabilmente una fase dello sviluppo di status progressivi, in alcuni casi il cambiamento è dirompente, in altri casi è meno percettibile.
L’innovazione infatti procede per grandi salti o per piccoli aggiustamenti, in ogni caso il contesto in cui avviene ne viene modificato e questo risultato finale potrebbe non essere proporzionale con l’intensità dell’innovazione.
Grandi salti innovativi potrebbero non essere assorbiti dal contesto in cui vogliono incidere mentre piccoli cambiamenti potrebbero essere amplificati da correlazioni con altri piccole variazioni e questo mix può essere molto più efficacie.
Il caso che presento rientra in una innovazione di nicchia, in quella delle innovazioni legate al marketing ed ai modelli di business.
Il mix di concause che la fanno percepire come un’innovazione è data dalle dinamiche socio-economiche attuali in cui il mercato sente la necessità di ottimizzare la catena del valore, a partire dal prodotto per arrivare al cliente e dove il cliente stesso è il valore del prodotto, come testimonial, nodo di un network, prosumer.
Officine Brand, di cui il mio interlocutore, Mario Giglielminetti, è membro è una realtà torinese da ormai una decina di anni nel settore del networking implementato con una card, la opensourcecard, che declina le vecchie carte commerciali e aziendali in modo, appunto, innovativo e rispetta eticamente il valore del cliente aziendale.
L’etica della catena del valore è l’aspetto innovativo in cui, modello di social networking e modello di utente finale, si intersecano senza gli effetti oscuri del commercio di profili e di identità online che è diventato lo standard ‘vecchio’ della sfera social.
Non per niente etica e mondo no profit sono state le parole chiave della nostra conversazione, dalla quale avrete maggiori informazioni e dettagli
L’innovazione infatti procede per grandi salti o per piccoli aggiustamenti, in ogni caso il contesto in cui avviene ne viene modificato e questo risultato finale potrebbe non essere proporzionale con l’intensità dell’innovazione.
Grandi salti innovativi potrebbero non essere assorbiti dal contesto in cui vogliono incidere mentre piccoli cambiamenti potrebbero essere amplificati da correlazioni con altri piccole variazioni e questo mix può essere molto più efficacie.
Il caso che presento rientra in una innovazione di nicchia, in quella delle innovazioni legate al marketing ed ai modelli di business.
Il mix di concause che la fanno percepire come un’innovazione è data dalle dinamiche socio-economiche attuali in cui il mercato sente la necessità di ottimizzare la catena del valore, a partire dal prodotto per arrivare al cliente e dove il cliente stesso è il valore del prodotto, come testimonial, nodo di un network, prosumer.
Officine Brand, di cui il mio interlocutore, Mario Giglielminetti, è membro è una realtà torinese da ormai una decina di anni nel settore del networking implementato con una card, la opensourcecard, che declina le vecchie carte commerciali e aziendali in modo, appunto, innovativo e rispetta eticamente il valore del cliente aziendale.
L’etica della catena del valore è l’aspetto innovativo in cui, modello di social networking e modello di utente finale, si intersecano senza gli effetti oscuri del commercio di profili e di identità online che è diventato lo standard ‘vecchio’ della sfera social.
Non per niente etica e mondo no profit sono state le parole chiave della nostra conversazione, dalla quale avrete maggiori informazioni e dettagli
[youtube height=”HEIGHT” width=”WIDTH”]https://www.youtube.com/watch?v=sTv6UhElvgg&list=UUUJLt5XMzlU0kaoXXrUlofQ[/youtube]