Dal Bog di Roberto Saracco “Future direction” riporto questo articolo sulle donne indiane che grazie allo smartphone si emancipano. Il web di immagini e voce le aiuta a uscire dal mondo degli analfabeti che non hanno accesso a Internet.
L’India ha ancora un gran numero di analfabeti, 1 adulto su 4 è analfabeta (dati 2018) e la maggior parte di questi sono donne. La situazione sta migliorando di anno in anno, ma 200 milioni di donne sono ancora analfabete. Tuttavia, la combinazione di smartphone a basso prezzo (meno di 100 $) e piani telefonici a basso costo (il costo per GB è diminuito da 3,1 $ per GB nel 2016 a 0,09 $ nel 2020) sta creando un’opportunità per le donne perché utilizzando il Web diventano parte dell’economia produttiva. In India ci sono circa 30 lingue ufficiali, la maggior parte utilizza caratteri diversi da quelli inglesi, ciò produce uno stadio di analfabetismo che significa leggere e scrivere nella tua lingua ma essere tagliato fuori dal web. La buona notizia è che con gli smartphone è diventato possibile comunicare utilizzando un mix di voce e immagini, nonché recuperare informazioni utilizzando la ricerca vocale. Un punto di svolta per molte persone analfabete che possono chiamare una persona semplicemente toccando l’immagine del volto e possono inviare messaggi vocali associati ad una foto scattata con lo smartphone.
Google e Tata stanno fornendo video lezioni sullo schermo degli smartphone mostrando come utilizzare i comandi vocali nelle lingue locali. Le donne istruite diventano a loro volta educatrici. Il mondo di queste donne, che si sono emancipate, cambia perché, accedendo alla moltitudine di contenuti YouTube, imparano a cucire e propongono i loro prodotti sul mercato. Alcune donne sono diventate imprenditrici e entrano ufficialmente a far parte della forza lavoro che è stata loro preclusa (solo il 5% di loro faceva formalmente parte della forza lavoro nello stato di Haryana). Lo smartphone è diventato uno strumento di emancipazione attraverso l’educazione e l’imprenditorialità non solo in India ma n molti altri Paesi del Sud Est e in Africa.
A web of voices and images è l’articolo integrale in inglese