Un libro talmente appassionante che alla coinvolta recensora provoca un irreale lapsus freudiano. L’opera è ‘Insospettabili’ di Riccardo Perissich, edita da Longanesi. La svista sta nel denominare questo file su cui sta scrivendo, andando giù di piatto: “Insospettabili – Giulio Valente”.

Non il nome dell’Autore, che pur ben conosco e apprezzo per il suo charme e la sua avvincente conversazione, bensì quello del protagonista del ciclo di spy stories (siamo alla terza puntata e il climax dell’appeal non perde mai il ritmo), il Colonnello Giulio Valente, un personaggio che, diciamocelo fra donne, a lui James Bond ‘glie’ spiccia casa’, come si dice a Roma. Insomma, la quintessenza del fascino intrigante al maschile, con quel pizzico di macerazione interiore che, invece di far scattare l’allarme rosso a chi, attratta da lui, gli si avvicina, funziona da irresistibile magnete.

Tratteggiato il personaggio, va de plano che occorre chiarire che è intelligente, ricco e, pur essendo ora in pensione, è animato da amor di Patria, di giustizia etica e di passione per il cosiddetto ‘grande gioco’ piuttosto che da cupidigia per il vil denaro – specificità non usuale in quell’ambiente opaco e un filo losco -. Stavolta il ‘nostro’, accoppiato con la sua anima gemella francese Annie Dumont, s’imbatte in un’altra vicenda puteolente, così vicina alle cronache dei giornali da apparire persino profetica. Presaga almeno per noi comuni cittadini; non lo è se si ha il background professionale e la capacità di lettura degli avvenimenti di Riccardo Perissich, che ha vissuto la sua carriera nei luoghi cardine, dove le persone di talento dovevano avere la vista lunga sull’evoluzione degli eventi.

Già il precedente romanzo, ‘Il seminatore’, dove il Colonnello Valente agiva su Bruxelles e s’imbatteva nelle tragiche malefatte di una setta fondamentalista (cristiana, ma tutti gli estremi in genere coincidono fra loro nella sete di sterminio, dunque l’islamismo estremo che ha avuto la capitale belga come fulcro propagatore può accostarsi all’intuizione un po’ ‘nostradamica’ dell’autore, con tanto di uso criminale dell’informatica), pareva scritto da un San Giovanni dei giorni nostri.

“Insospettabili” ci conduce, stavolta, in giro per tre continenti (e di rimbalzo anche quattro), con la particolarità che Valente è ancora più ‘solo’ contro tutti, anche perché ha lasciato i Servizi italiani per ‘godersi’ la quiescenza.

In pensione un corno, viene da pensare, seguendo tutto lo snodarsi mozzafiato delle sue avventure, sotto il fuoco di fila di faccendieri che assomigliano molto da vicino a individui privi di scrupoli che, nelle cronache, fanno i burattinai alle vicende italiane, foreign fighters desiderosi di fare guerriglia con scie di vittime sul territorio occidentale (toh! Proprio di ieri è la notizia di arresti in Nord Italia di chi voleva persino fare un attentato in Vaticano o di una famigliola partita per la Siria, portandosi al seguito tre poveri innocenti di 2, 4 e 6 anni) e, a sovrastare tutto, il Male. Il lato oscuro dell’uomo: che il giornalista Giulio Ottolenghi, scomparso misteriosamente e il cui (falso) cadavere abbandonato ci dà un flash back sulla vicenda del povero Giulio Regeni, aveva avuto l’illuminazione che risiedesse in diabolici personaggi persino legati ad un ex terrorista italiano, diventato corriere d’informazioni – l’identikit di Cesare Battisti salta all’occhio -. Poi ci sono i ‘Servizi’, di varie nazionalità: buoni, cattivi e deviati. Insomma, tutto quello che un lettore di media curiosità sempre sospetta che avvenga nella realtà.

Compito del recensore, però, è, da un lato, dimostrare che il libro l’ha letto, sì da distillarne l’essenza in maniera accattivante – e all’affollata presentazione del romanzo di Perissich, al Circolo del Ministero degli Affari Esteri, lo scorso 20 aprile, l’hanno magistralmente fatto il generale Vincenzo Camporini, l’editorialista de’ La Stampa Gianni Riotta e l’Ambasciatore Michele Valensise –  e, dall’altro, quando una trama è così intrigante e ben congegnata, così reale e iperreale, sincerarsi che l’Autore ne abbia già in lavorazione un’ulteriore puntata.

Spero di aver assolto il primo compito in maniera da strappare la sufficienza; il secondo, lo affido a questo scritto.

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Annamaria Barbato Ricci
Annamaria Barbato Ricci è una stimata e nota giornalista italiana, free lance e già capo-ufficio stampa alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero dei Trasporti e consulente nello staff di Presidenza dell’UNICEF. E' stata coordinatrice e co-autrice della trilogia “Radici Nocerine: la Storia al servizio del Futuro”, e ideatrice de Le Italiane, un libro che racconta 150 anni di Italia al femminile.