epa09262286 (L) Canada's prime minister Justin Trudeau, president of the European Council Charles Michel, US President Joe Biden, Japan's prime minister Yoshihide Suga, British prime minister Boris Johnson, Italy's prime minister Mario Draghi, France’s president Emmanuel Macron, president of the European Commission Ursula von der Leyen, Germany’s chancellor Angela Merkel, during the family photo on the first day of the Group of Seven (G7) leaders summit in Carbis Bay, Cornwall, Britain, 11 June 2021. Britain hosts the G7 summit in Cornwall in from 11 to 13 June 2021. EPA/HOLLIE ADAMS/POOL
Dal G7, in Cornovaglia: chissà se con autarchia si definisce l’autosufficienza economica di uno Stato o un’amministrazione carente di democrazia? I dubbi vengono, anche se è difficile per tutti autocelebrarsi come paladini assoluti della democrazia. Gli schieramenti si sfidano sul piano tecnologico; non c’è una spiccata deriva protezionista. Del resto la difesa delle economie nazionali non è più possibile nel mondo globale. E’ corretto fare i conti, far rispettare i copyright industriali, applicare misure di cybersicurezza, competere se possibile per la miglior trasparenza delle governance politiche, convergere su punti comuni senza ignorare la pluralità delle opinioni. Le civiltà e le ideologie hanno basi storiche, interpretazioni e atteggiamenti vischiosi per il progresso; rimangono qua e là sogni di un passato imperialista e aneliti di rivoluzioni non concluse. Le contraddizioni sono accese; ma non mancano incontri di discussione e di mediazione, supernazionali e locali. Quasi tutti sono consci di un destino comune dell’umanità. Così si spera.
211 – INTERNET OF SENSES
La 5G Infrastructure Association, partner della Commissione Europea, ha pubblicato il Libro Bianco “European Vision for the 6G Network Ecosystem”. L’obiettivo è quello di organizzare nel prossimo decennio l’interazione del mondo umano, digitale e fisico, per automatizzare il livello dei processi decisionali, non senza lo sfruttamento del potenziale della meccanica quantistica. Si svilupperà la robotica mobile personale, il 6G porterà una connettività wireless completa quasi istantanea e senza restrizioni. La convergenza del 6G con le tecnologie operative aumenta la prospettiva di dissociare la posizione della produzione, delle attrezzature industriali, delle risorse e dei processi, dalla posizione effettiva degli operatori umani. Il 6G potrà collegare tutto, fornirà copertura wireless full-dimensionale e combinerà tutte le funzioni, come rilevamento, connettività, elaborazione, memorizzazione, monitoraggio, posizionamento, radar navigazione e imaging. Sarà un sistema accessibile e scalabile che potrà essere utilizzato in tutto il mondo, con un’efficienza nettamente superiore al 5G per soddisfare i servizi e le applicazioni, rendendoli un fattore chiave per la società della conoscenza intelligente del 2030.
212 – I RISCHI DEL FUTURO
Non solo innovazione scientifica, ma anche adeguamento istituzionale, che al momento è il veicolo più lento della società umana. Le disuguaglianze sociali e i divari tecnologici non saranno facilmente superabili. Un progresso efficace e sostenibile richiede anche una regolamentazione e una governance solide, che a loro volta richiedono un processo di certificazione comune, tenendo conto del numero crescente di utenti e fornitori che svilupperanno l’ecosistema digitale futuro. Che vuol dire controllare l’intelligenza artificiale anche nell’amministrazione economica, nelle relazioni giuridiche e nei processi democratici della politica. Secondo l’Unione Europea non ci potranno essere rischi per la sicurezza e i diritti delle persone, né algoritmi che aggirino subdolamente le norme o ingannino visioni e interpretazioni. Trasparenza, quindi, e rispetto del libero arbitrio, se riusciremo a mantenerlo con un comportamento saggio.
213 – DISTINGUO IN DIGITALE
Dietro una lingua c’è una cultura. Non si può scomporre un flusso di parole in senso grammaticale o sintattico, definendo in modo standard sostantivi, soggetti, verbi, coniugazioni, complementi. Se è ovvio che la cultura cinese è diversa da quella italiana (e non andiamo a scavare quante culture diversificate ci sono in Cina o in Italia), gli ingegneri dell’intelligenza artificiale dovrebbero approfondire la semantica di certi romanzi storici, dei proverbi popolari, dei sillogismi razionali e di quelli fallaci, ai quali gli ignoranti sono sempre molto attaccati. Il numero e la frequenza non fanno verità, beninteso. Importante e fondamentale è non prendere tutto per ‘oro colato’, né ‘vendere il cervello all’ammasso’, o avere ‘centri di gravità permanenti’. I robot che ci aiuteranno a prendere decisioni o che si sostituiranno a noi per agire dovrebbero avere sempre (a velocità 6G, naturalmente) un coefficiente di dubbio o qualche operazione di “distinguo”, non per pignoleria pedante, ma per meticolosità scientifica.
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it