L’Unione europea deve esprimersi con una sola voce sulla governance di internet, un tema di per sé globale. E’ l’auspicio espresso dai governi dei Paesi dell’Ue, in una riunione informale dei Ministri delle Telecomunicazioni dei 28 svoltasi a Milano la scorsa settimana. La messa a punto e il varo della posizione europea dovrebbe avvenire a fine novembre, quando il 27 è prevista una sessione del Consiglio dei Ministri dell’Ue sulle telecomunicazioni.
Secondo quanto riferito dal sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, presidente dell’incontro, a Milano i 28 sono stati concordi sulla necessità di rafforzare il coordinamento a livello europeo per orientare la governance della Rete verso un modello trasparente e ‘multistakeholder’. Con i ministri, c’era la vice-presidente della Commissione europea e responsabile dell’Agenda digitale Neelie Kroes, al passo d’addio –o quasi- dalle Istituzioni europee, che lascerà appena insediatasi la nuova Commissione europea presieduta da JeanClaude Juncker.
L’esigenza d’ una voce europea unica nella governance di internet e d’una sua maggiore trasparenza è diventata particolarmente forte dopo i contrasti tra l’Icann, l’ente che regola il nome dei domini, e alcuni stati Ue, tra cui l’Italia, sull’assegnazione delle estensioni web .vin e .wine.
“L’Europa è determinata ad agire come un partner coerente”, si legge nella dichiarazione diffusa dalla presidenza italiana, nel quadro del dibattito sul rafforzamento dell’Icann e sulle funzioni della Iana, sua emanazione e responsabile dell’assegnazione degli indirizzi Ip.
A Milano, s’è anche discusso della neutralità della Rete, proprio nel giorno della chiusura dell’indagine della Commissione europea su eventuali manipolazioni del traffico online da parte degli operatori telefonici che offrono accesso a Internet.
Secondo l’Esecutivo comunitario, al momento “non ci sono prove di comportamenti mirati a limitare il traffico online per alcuni servizi”, come Skype, che sottraggono clienti agli operatori telefonici. Né, prosegue la Commissione, ci sono prove “di accesso privilegiato per i contenuti di proprietà degli operatori telefonici”. Anche se, ammette la Commissione, la possibilità degli operatori telefonici di controllare il traffico online, “in assenza di accordi commerciali con operatori terzi, può avere l’effetto di congestionare il traffico su certe rotte, causando il deterioramento della qualità del servizio”. Per questo, si legge in una nota di Bruxelles, l’Esecutivo europeo continuerà “a monitorare il settore in modo ravvicinato”.