Aprile 2010 per noi di Media Duemila significa ricominciare dalla storia. La storia determinante per comprendere il presente, immaginare il futuro che desideriamo raccontare, è legata a Google: storia di un fenomeno da terzo millennio. Il libro “ReteItalia. La Tv e i nuovi scenari della comunicazione” di Corrado Calabrò con Barbara Corrao edito da Rubbettino mi ha spinto a riflettere sull’opportunità ed anche la necessità di tracciare un solco che racconti, colleghi, unisca gli elementi delle Grandi Mutazioni odierne. Da oggi, dunque, cominciamo a chiedere e quindi a raccogliere pareri su Google. Possiamo vivere senza Google? Possiamo vivere senza Rete? Derrick de Kerchove, nell’articolo che sta preparando, racconta di una settimana senza connessione (i dettagli li leggerete nel suo scritto).
Giovani, meno giovani, politici, professori dall’università alla scuola primaria, saranno le nostre vittime. Interrogheremo tutti e speriamo che in tanti, concordando sulla necessità di offrire un racconto “partecipato”, rispondano. Sarà una storia che desidera unire voci autorevoli e titolate ad esprimere pareri con quelle definite in gergo “untrusted”, cioè che vengono dalla gente qualunque, quella che una volta si definiva la voce del popolo. Vedremo insieme se anche ai nostri giorni vale il detto “Voce di popolo voce di Dio”.
In effetti la Rete con i suoi motori di ricerca, i social network, la posta elettronica, è parte integrante della vita di ciascuno di noi e dunque l’obiettivo è scrivere una storia partecipata specchio del tempo in cui viviamo.
Perché Google? Perché è il fenomeno per eccellenza. Da un lato necessità quotidiana, dall’altro incubo moderno. Dalla vita privata al business niente più sembra saper sopravvivere senza googlare.

 

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