Identità, tecnologie e concorrenza. Sono le tre chiavi del progetto Istella, il motore di ricerca italiano, presentato da Renato Soru durante la XXIX edizione del Festival Eurovisioni, tenutasi a Roma, il 22 ottobre nella sala convegni della sede della SIAE del Palazzetto del Burcardo. La chiave è quella di offrire un contenuto open access, local, per sfidare i big della Silicon Valley.
Il tavolo dei relatori era composto dall’europarlamentare e ‘padre’ di Tiscali Renato Soru, dal direttore scientifico di Media Duemila Derrick De Kerckhove e dal presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, nonché membro del CdA della Rai, Franco Siddi nel ruolo di moderatore.
Sin dall’introduzione le tematiche legate alla nascita di Istella sono state ben chiare: è stato proprio Siddi a definire il nuovo motore di ricerca “un’innovazione che è un’opportunità di ricchezza” utile a “recuperare l’orgoglio di casa nostra”, prima di dare la parola a Soru.
L’ex governatore ha ricordato quando Google comprò Arianna, il primo motore di ricerca ideato e sviluppato dal team di Soru, non nascondendo il rammarico per la scelta di cederlo: “Dobbiamo evitare l’errore che ho fatto nel 2002”, per escludere la possibilità di “colonizzazione digitale”, come l’ha definita de Kerckhove, ovvero la monopolizzazione dei servizi informatici e non da parte delle major tecnologiche: “Dopo 8 anni di lotta, Mediaset ha ceduto a YouTube sui contenuti – ha affermato Soru – Facebook ammette di voler diventare la televisione del Mondo e ha già cominciato, dando la possibilità di streaming video in diretta. Possiamo prenderci la responsabilità di digitalizzare il nostro patrimonio o dobbiamo lasciarlo fare ad altri? Con Istella vogliamo dare il nostro contributo”, prima di fare un plauso alla Rai riguardo l’idea, confermata da Siddi, di voler sperimentare una piattaforma video proprietaria: “L’idea di creare uno YouTube italiano merita di essere presa in considerazione” ha sostenuto il presidente dell’Osservatorio TuttiMedia.
“Immaginiamo uno YouTube senza i contenuti della Rai, dell’Istituto Luce, di Mediaset, del Mibact. Sarebbe una serie di filmini delle vacanze e delle feste di compleanno – commenta Soru – cosa succederà fra 5 o 10 anni? Saremo fagocitati. Già ora Google offre una serie di servizi allegati da cui è difficile scappare. Fa anche da concessionaria pubblicitaria con i contenuti più adatti a ogni utente”.
La sfida global è stato il centro dell’intervento di de Kerckhove che ha affermato di aver guardato all’iniziativa Istella con favore sin dal principio: “Per il coraggio, per la possibilità di dialogo interculturale che offre, per l’esportabilità del modello”. Istella si pone l’obiettivo di digitalizzare il patrimonio culturale italiano, garantendo una risposta “locale autentica – ha detto De KercKhove – che può affrontare il globale”.
Sei miliardi di Url catalogate in continuo aggiornamento, 5 milioni di domini, Istella è un software open access; ciò significa che dà l’opportunità di essere aggiornato direttamente dagli utenti: “Se ogni uomo è un’enciclopedia, come diceva Calvino – ha proseguito Soru – ognuno ha qualcosa da dire”, possedendo la tecnologia (“E noi la possediamo”, ha detto l’ex governatore sardo) “Se noi facciamo la nostra parte possiamo far meglio di Facebook e di Twitter. Ciò se ci prendiamo le nostre responsabilità, se siamo cittadini attivi”.

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Annamaria Barbato Ricci
Annamaria Barbato Ricci è una stimata e nota giornalista italiana, free lance e già capo-ufficio stampa alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero dei Trasporti e consulente nello staff di Presidenza dell’UNICEF. E' stata coordinatrice e co-autrice della trilogia “Radici Nocerine: la Storia al servizio del Futuro”, e ideatrice de Le Italiane, un libro che racconta 150 anni di Italia al femminile.