L’Agenzia Italia per il Digitale ha istituito da pochi giorni l’ufficio del difensore civico per il digitale. Si cosa si tratta? Ne abbiamo parlato con Guido Scorza, avvocato, giornalista, esperto di nuove tecnologie.

Negli ultimi giorni è entrato in vigore il nuovo testo del Codice dell’Amministrazione Digitale che prevede l’istituzione del difensore civico per il digitale. Può spiegarci di cosa si tratta e quali benefici potranno trarne gli utenti del web e tutti i cittadini?

Il nuovo testo del comma 1-quater dell’articolo 17 del Codice dell’Amministrazione Digitale [CAD] da poco entrato in vigore dispone: “È istituito presso l’AgID l’ufficio del difensore civico per il digitale, a cui è preposto un soggetto in possesso di adeguati requisiti di terzietà, autonomia e imparzialità. Chiunque può presentare al difensore civico per il digitale, attraverso apposita area presente sul sito istituzionale dell’AgID, segnalazioni relative a presunte violazioni del presente Codice e di ogni altra norma in materia di digitalizzazione ed innovazione della pubblica amministrazione da parte dei soggetti di cui all’articolo 2, comma 2. Ricevuta la segnalazione, il difensore civico, se la ritiene fondata, invita il soggetto responsabile della violazione a porvi rimedio tempestivamente e comunque non oltre trenta giorni. Le decisioni del difensore civico sono pubblicate in un’apposita area del sito Internet istituzionale. Il difensore segnala le inadempienze all’ufficio competente per i procedimenti disciplinari di ciascuna amministrazione”.
La previsione non è rivoluzionaria giacché già il testo del CAD risultato del precedente intervento di modifica realizzato in attuazione della stessa legge delega [ndr la c.d. riforma Madia] prevedeva l’obbligo di ogni amministrazione di istituire un ufficio del difensore civico digitale. Rivoluzionari, tuttavia, potrebbero essere gli effetti dell’applicazione della nuova disciplina se attuata tempestivamente e, soprattutto, in modo efficace.
Per la prima volta dal 2005 – data del varo del Codice dell’amministrazione digitale – i “nuovi” diritti riconosciuti a cittadini e imprese allo scopo di semplificare e rendere più efficace il loro rapporto con l’Amministrazione potrebbero passare da buoni propositi e eterne speranze a veri e propri diritti di cittadinanza in digitale capaci di dar forma e sostanza al dialogo tra cittadini, imprese, amministrazioni e fornitori di servizi pubblici.
Cittadini e imprese, infatti, potranno rivolgersi al difensore civico digitale senza nessuna formalità, semplicemente online e rappresentare piccoli e grandi ostacoli che le amministrazioni più riottose alla trasformazione digitale oppongono loro allorquando provano a esercitare i diritti di cittadinanza digitale che la legge riconosce loro.

Pensa che con questa nuova figura del difensore civico imprese e cittadini saranno maggiormente consapevoli e al tempo stesso tutelati dalle problematiche legate alla privacy e alla legalità in generale?

Non bisogna confondere i piani. Il difensore civico digitale non si occuperà di privacy, come non si occuperà di diritto d’autore o altri diritti nel contesto online che sono e restano appannaggio dell’Autorità amministrative indipendenti che già ci sono. Non si tratta di una nuova Autorità. Il difensore civico non avrà nessun potere sanzionatorio ma solo la forza, speriamo sufficiente, della moral suasion, la forza di chi vuole convincere le altre amministrazioni a rispettare i diritti di cittadinanza digitali – e solo quelli – semplicemente perché è la cosa giusta, la cosa che serve alla trasformazione digitale del Paese.
Si tratta di un’iniziativa concreta per fare decisivi passi in avanti in campo digitale. Quali passi dovranno essere compiuti per rendere questo ufficio pienamente operativo?

Il difensore civico sarà tale se riuscirà a conquistarsi la fiducia dei cittadini e il rispetto da parte delle altre amministrazioni. Conquistare fiducia e rispetto richiede tanto lavoro, organizzazione, efficienza e autorevolezza. Significa esserci, sempre e specie al momento giusto, essere per davvero a pochi click di distanza da cittadini e imprese e essere competenti, capaci e equilibrati nelle valutazioni dei problemi e nel richiedere alle amministrazioni di rispettare il Codice dell’amministrazione digitale.

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Francesco Ferrigno
Giornalista, esperto di comunicazione, copywriter. Laureato in Scienze della Comunicazione e successivamente specializzato in digital journalism e content marketing. Collabora con diversi quotidiani, portali web e agenzie di comunicazione, tra cui Media 2000, Antimafia 2000, iGv Network, Il Mattino.