In Europa, e non solo, gli italiani hanno spesso l’handicap della lingua, anzi delle lingue. La nostra, non è un problema: è bellissima e molti ce ne invidiano la musicalità, oltre che la profondità storica e la ricchezza letteraria; e –figurativamente- ce l’abbiamo lunga assai, tanto che qualche volta ce la taglierebbero.
Il problema è quando ne dobbiamo parlare altre: le sappiamo in genere poco e le parliamo in genere male. Luoghi comuni? Fino a un certo punto. Il sistema scolastico italiano solo da poco tempo dà importanza alle lingue straniere, che generazioni di studenti hanno cominciato a studiare – un po’ – solo alle medie, smettendo alle superiori – se facevano il Classico -.
bandiere ueFa, dunque, piacere scoprire che ci sono quattro atenei italiani – di Bologna, Milano, Roma, Trieste – tra le 62 università europee insignite dalla Commissione di Bruxelles dello European Master’s in Translation (Emt) Label, il ‘marchio’ comunitario conferito ai migliori programmi accademici di traduzione.
E l’Ue di traduzioni se n’intende, avendo un apparato mostruoso di interpreti e traduttori per le sue 24 lingue ufficiali –e sarebbero di più se catalano, gaelico e qualche altro idioma locale non ci fosse risparmiato-.
Obiettivo dello European Master’s in Translation (Emt) – spiega su EurActiv.it Viola De Sando – è migliorare la qualità dei programmi di traduzione offerti dalle Università dell’Ue. Il progetto nasce nel 2009 su iniziativa della Dg Traduzione della Commissione europea per compensare la mancanza di traduttori specializzati sul mercato del lavoro.
Ogni cinque anni la Commissione Ue rinnova l’elenco degli atenei aderenti alla rete Emt, che, tra le varie attività, favorisce l’inserimento lavorativo dei giovani traduttori. La prossima selezione per l’ Emt label è programmata per il 2019.
Nel 2014 la Commissione europea ha deciso di assegnare l’ Emt label a 62 università di 21 Stati Ue: atenei che si sono distinti per la qualità dei programmi di traduzione. Le università italiane selezionate sono: la Scuola di lingue e letterature, traduzione e interpretazione dell’Università di Bologna-Forlì, l’Università di comunicazione e lingue (Iulm) di Milano, l’Università per gli studi internazionali di Roma (Unint) e la Scuola superiore di lingue moderne per interpreti e traduttori dell’Università di Trieste.
Gli atenei selezionati sono stati invitati a partecipare alla prima riunione del network Emt il 17 settembre a Bruxelles.

Articolo precedenteTrasparenza, politica e mercato: “Tutto ciò che è nascosto sarà conosciuto”
Articolo successivoLo stratega di Obama a Milano per eMetrics Summit, 26 e 27 giugno
Giampiero Gramaglia
Giornalista, collabora con vari media (periodici, quotidiani, siti, radio, tv), dopo avere lavorato per trent'anni all'ANSA, di cui è stato direttore dal 2006 al 2009. Dirige i corsi e le testate della scuola di giornalismo di Urbino e tiene corsi di giornalismo alla Sapienza.