Il sociologo italiano, nella sua nuova raccolta di saggi, fa una riflessione sulle forme estetiche della società di massa, partendo dall’esperienza personale di una lunga frequentazione dei media dello spettacolo, ad una più recente attenzione ai media della vita quotidiana, agli scenari tecnologici della condizione sempre più postuma e oggettivamente marginale dell’essere umano a fronte del mondo. Un’acuta riflessione sulla bellezza, sulla sua forza, sulle passioni e pericoli che può scatenare. E insieme una meditazione sulle diverse forme della sessualità, sull’interferenza dei modelli dilaganti, sui miti che continuano invariati nei secoli, da Semiramide alle star cinematografiche. Un saggio che non solo inquadra storicamente le manifestazioni dell’uomo variamente legate alla bellezza, ma offre originali spunti di riflessione sulle “devianze” e sugli sviluppi che l’ossessione per un modello estetico irraggiungibile può scatenare.

Alberto Abruzzese è nato a Roma il 14 agosto del 1942. E’ sociologo, scrittore e saggista italiano. Dal 2005 è professore ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e direttore dell’istituto di Comunicazione presso l’Università IULM di Milano, dove è anche prorettore per l’innovazione tecnologica e le relazioni internazionali.
Saggista prolifico, ha scritto di letteratura, di cinema, di sociologia della comunicazione e della pubblicità, di storia sociale dell’industria culturale e delle innovazioni tecnologiche, di mediologia, oltre ad aver pubblicato un romanzo (Anemia, 1982; da cui ha tratto successivamente un film omonimo) che è una variazione politica sul genere horror.

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