La Città Educante è un progetto dedicato all’utilizzo delle nuove tecnologie nell’insegnamento e nell’apprendimento. Rai è partner, Luigi Rocchi, direttore Strategie tecnologiche parla del servizio pubblico quale mezzo utile a creare la scintilla che spinge al’innovazione, ed in questo caso il progetto La Città Educante ne è testimonianza tangibile. Presenti Il presidente Inguscio CNR, Il sottosegretario MIUR Salvatore Giuliano e il vice Ministro Fioramonti.
A sottolineare che oggi è il tempo di “io imparo” è Salvatore Giuliano, sottosegretario al MIUR che ancora non ha deciso se è un preside sottosegretario o un sottosegretario preside. La differenza sostanziale sta nel fatto che il verbo imparare da l’idea di un inclusione attiva e quindi rende gli studenti protagonisti. Intanto la sua visione è chiara: “Non possiamo più far finta di nulla. Oggi i ragazzi cambiamo sempre più velocemente nei modi di comunicare, di agire, di apprendere. Invece la scuola è ferma ad una metodologia legata alla lezione frontale. Gli studenti sono assimilati a contenitori da riempire e non si considera i loro stile di apprendimento”.
“E’ evidente che non metto in discussione il cosa – continua il sottosegretario – ma sul come si insegna. Invito a non confondere i punti di partenza con i punti di arrivo. Ecco perché consegnare un tabelt in classe e poi richiedere di aprire il libro e leggere, non porta lontano. Bisogna ridisegnare il metodo”.
Infine annuncia un’ equipe di 120 professori esonerati dal servizio con la missione di promuovere nuovi profili professionali fra gli insegnanti e migliorale la missione dell’essere docente. “Oggi i dati Ocse dicono che l’Italia conta pochi laureati (18,7%) rispetto agli altri paesi europei (33%) e questo incide negativamente sul PIL. Infatti più lauree significa più ricchezza – conclude Giuliano -. Anche in Viale Trastevere apriamo all’innovazione con 250mq dedicati al digitale, dove ospitiamo progetti come quelli della Città educante, questa la prova tangibile del cambiamento.
Salvatore Giuliano ritorna nella sua Brindisi e dai suoi ragazzi ogni volta che può e lascia la sala del Cnr dicendo:”Se un antenato tornasse nella sua città la troverebbe cambiata, se rientrasse nella sua scuola la troverebbe uguale”.
Luigi Rocchi (RAI) e i partner tutti eccellenti hanno presentato i risultati del progetto La Città Educante e nel pomeriggio è stato possibile fruire delle piattaforme.
Il digitale cambia i paradigmi della formazione, offre metodi e approcci originali per formare cittadini più consapevoli, dà nuove opportunità per superare limiti fisici o temporali. Il Progetto di ricerca La Città Educante, che si è concluso ieri con un convegno promosso da Almaviva e Rai presso la sede del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), ha introdotto l’utilizzo delle nuove tecnologie nell’elaborazione di modelli innovativi di insegnamento e apprendimento, in una logica di inclusione sociale.
Cofinanziato dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, il progetto, avviato nel 2014 e terminato nel 2018, fa parte del cluster “Tecnologie per le Smart Communities”. E’ stato guidato da Almaviva ed ha coinvolto la Rai e i dipartimenti del Cnr di Ingegneria, Ict e Tecnologie per l’Energia e i Trasporti (Diitet) e di Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale (Dsu). Nel partenariato sono presenti la Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi, le Università degli studi di Modena e Reggio (Unimore) e di Trento (UniTrento), nonché un’associazione temporanea d’impresa coordinata da NetResults. Rai, con il coordinamento della Direzione Qualità e Pianificazione, ha contribuito al progetto con contenuti audiovisivi rielaborati allo scopo ad alta qualità e con applicazioni multimediali.
La Città Educante ha portato alla realizzazione di nuovi percorsi e strumenti formativi che hanno reso partecipi bambini, ragazzi, adulti e anziani come soggetti di life-long-learning, insegnanti, dirigenti scolastici, coordinatori pedagogici e professionisti Ict. Le esperienze sono state illustrate nel corso del convegno e rappresentate nello spazio multimediale allestito nella sede del Cnr a dimostrazione del valore innovativo e dell’efficacia dei modelli sperimentati.
Le tappe del progetto, descritte anche in un libro presentato al convegno, dal titolo “La Città Educante – Metodologie e tecnologie innovative a servizio delle Smart Communities” (Liguori Editore), sono diverse: dall’esplorazione di ambienti sostenuti da tecnologie digitali, come l’orto tecnologico nelle scuole dell’infanzia e primarie di Reggio Emilia, alla sperimentazione del “sistema d’aula” per la trasmissione e registrazione delle lezioni presso la scuola dell’infanzia comunale Rosa Agazzi di Pisa; dai percorsi interattivi supportati dall’Ict per la comprensione della matematica attraverso il problem solving nelle scuole di Torino, all’applicazione di strumenti per favorire l’apprendimento e contrastare l’abbandono nei primi anni di studio accademico presso l’Università di Trento. E ancora, dall’uso di giochi digitali per l’acquisizione di abilità di base nella scuola primaria, all’uso della tecnologia per favorire un invecchiamento attivo, fino ai sistemi didattico-tecnologici per il potenziamento cognitivo di bambini con disabilità intellettiva e autismo.