Propongo questo articolo di Roberto Saracco che riporta indietro negli anni. Il testo completo in inglese si legge qui: The end of an era.
L’articolo inizia con un ricordo personale dell’autore sui gettoni, ricorda inesorabilmente la morte del telefoni pubblici con l’arrivo del cellulare, ci dona una sintesi storica che parte dalla cornetta condivisa.
“Ricordo ancora quando ero un bambino che giocavo con i gettoni che in seguito scoprii erano destinati ai telefoni pubblici. Ad un certo momento, credo fossero i primi anni ’70, in Italia c’era una carenza di monete e la gente iniziò a usare i gettoni telefonici come denaro. Ma poi la compagnia telefonica ha deciso di aumentarne il prezzo, così alcune persone che ne avevano accumulati centinaia hanno scoperto di aver fatto un buon investimento, con un ricavo del 50%!
Il telefono pubblico era un punto fermo in una comunità. Ricordo le persone che cercavano l’insegna del telefono (un quadrante girevole giallo), a volte aspettavano in fila e protestavano per la lunga attesa…
Tutto ciò è storia. Il cellulare ha ucciso la cabina telefonica.
Ho letto la scorsa settimana della rimozione dell’ultima cabina telefonica pubblica a New York City, e in effetti sembrava che parte dei miei ricordi fosse svanita insieme a lei. In Italia ci sono ancora poche migliaia di telefoni pubblici (40.000 nel 2021), immagino perché l’Operatore (quello che aveva il monopolio) è ancora tenuto a mantenerne un numero minimo. Non ho i numeri, non faccio più parte di Telecom Italia, ora TIM, ma suppongo che da essi si generi pochissimo traffico e che il costo per il loro mantenimento superi di gran lunga i ricavi. Di sicuro sono anni che passo oltre la fila dei telefoni pubblici alla stazione ma nessuno li usa.
A volte vedo una persona nella cabina che chiama dal suo cellulare, usando la cabina come scudo acustico.
Cerco di ricordare quando è stata l’ultima volta che ho usato un telefono pubblico, ma la memoria è svanita. Circa vent’anni o giù di lì”.