Intelligenza artificiale
Lettera aperta di Paolo Lutteri
19 gennaio 2023
Caro Eugenio, amico mio,
tu sei il nostro ingegnere matematico preferito. Con i numeri e i bits oggi si può fare quasi tutto. Sappi che per scriverti non sto utilizzando ChatGPT (Generative Pretrained Transformer), quindi è tutta farina del mio sacco.
Si dice che oggi l’intelligenza umana non sia sufficiente. Ne hanno inventata una di supporto. La Grande Sorella AI (sta per Artificial Intelligence, è il suo nome esteso sui passaporti digitali) al momento collabora con i tecnologi e si dedica prevalentemente alla scienza, ma vorrebbe fare anche letteratura e intrattenimento. Gli studenti se la sono già presa per i compiti e le tesi (che succede se lo svolgimento dei temi è lo stesso per tutta una classe?); ma AI e i suoi chatbot potrebbero anche giudiziosamente recitare e compilare i referti di analisi mediche, redigere lettere per conto dell’Agenzia delle Entrate, rispondere personalmente ai clienti dai call center, proporre telefonicamente … prodotti pregiati. Insomma, sta cercando lavoro. Come una dama senza emozioni. Bisognerà ingentilirla un po’, darle qualche tocco di passione. Peraltro non so se potrà mai iniziare un messaggio con “Amore mio …” o “Nel nome di Allah clemente e misericordioso…” com’è in voga da qualche parte.
Mi dicono che AI sta preparando perfino cronache calcistiche, ma non ha ancora imparato le escandescenze della Curva Sud, né ha focalizzato gli insulti all’arbitro (è connessa col VAR?) e spero, visto il machine learning, che non imiti gli insulti razziali rivolti ai giocatori africani.
Insomma questa AI, caratterizzata dal suo sapere universale che utilizza disciplinatamente con gli algoritmi predisposti dai provider ai quali aggiunge la sua intelligenza creativa, ha bisogno anche di qualche algoritmo etico ed estetico che dia un po’ di ponderatezza e fremito alle parole. Ma non è solo il ‘piccante’ letterario che manca alla Grande Sorella. E’ il controllo umano, quello della saggezza e del garbo che caratterizzano gli scrittori e i giornalisti capaci. Costoro, sulle orme del Convivio di Dante, continuino per piacere ad usare i sensi classici della scrittura (letterale, allegorico, morale, anagogico) che sono il patrimonio delle categorie culturali. Chissà se la grande Sorella arriverà mai a capirli.
La Grande Sorella comunque ci serve. Sia utilizzata per la sua memoria, per la sua velocità di raccogliere e assemblare dati, per la redazione draft, per la bibliografia, per gli indici analitici, per il controllo del copyright e soprattutto per la ricerca scientifica. Non facciamole sapere che potrebbe fare poesie…
Che ne pensi Eugenio? Un abbraccio
Paolo
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it