Continua la pubblicazione delle lettere di Paolo Lutteri che aiutano a riflettere su temi di attualità ed anche sull’eredità che una generazione può e deve condividere con le altre che seguono. Buona lettura!
Caro Pietro amico mio,
siamo entrambi perplessi e preoccupati per la guerra in Ucraina e le sue conseguenze. Non sembra ci siano, a breve, iniziative e soluzioni condivisibili tra le parti. Ti mando un mio commento che prende uno spunto dall’articolo di Piergiorgio Odifreddi su La Stampa del 5 giugno, citando la teoria dei giochi a proposito della proposta di ‘pace’ di Henry Kissinger: tecnicalità politica al posto dell’etica.
Io penso che in uno scontro bellicoso debba prevalere (ma non è detto che ci riesca) chi sta dalla parte di un’etica corretta, o perlomeno largamente condivisa, anche se l’etica pura non risolve i danni sociali ed economici conseguenti. La matematica non è ‘più saggia’, ma fa calcoli e dà consigli gelidi e salomonici: la teoria dei giochi, in situazioni estreme, potrebbe non tendere a cercare il bene migliore, ma il male minore, se è più facilmente raggiungibile. Arrivati a un certo punto la soluzione non è “chi vince”, ma “le minori perdite per tutti”. Il suggerimento può essere utile. Questa è l’ipotesi tecnica di soluzione, anche se la guerra non è una partita di scacchi tra bianchi e neri al tavolino, dove si sacrificano le pedine per salvare il re, ma è un evento nel quale i supporter sul palcoscenico e dietro le quinte partecipano al gioco. E trepidano per i risultati anche gli spettatori lontani, che ne saranno coinvolti. Così la complessità della situazione crea disordine a ventaglio e nessuna cultura diplomatica ordinaria sembra poter riparare le falle.
Le egemonie di oggi che si confrontano sono economiche, tecnologiche, cibernetiche: statalismo autocratico opposto al capitalismo liberale; le Nazioni ne sembrano subordinate, sia pur con mille sfumature. La disponibilità di risorse e i consumi guidano i governi. Anche se servirebbe stabilire un equilibrio calcolato, basato sui diritti dei popoli, nell’era della globalizzazione i problemi storici delle indipendenze e dei nazionalismi non sono ancora risolti e frantumano la coscienza collettiva. I popoli non credono alla teoria dei giochi. Chi è sotto la pioggia di bombe non capisce. In questo confronto violento tante popolazioni civili (e anche soldati) ‘carne da cannone’ continueranno a morire o soffriranno le conseguenze. Martiri e vittime inutili.
Ci vuole un sussulto di intelligenza da parte dei leader, se si meritano l’incarico: lungimiranza e visione panoramica prevalenti sull’etica e sulla matematica (in entrambe i pesi sono soggettivi). Una cooperazione planetaria indispensabile almeno tra Usa, Russia, Europa (e gli altri non staranno a guardare).
Tu che sei un ingegnere puoi capirlo meglio. Un abbraccio.