L’Italia e la libertà di stampa non vanno d’accordo, lo studio di Reporters senza frontiere ci pone al 75° posto quest’anno, dal 2014 ad oggi siamo scesi di ben 26 posizioni. La mappa del mondo collegata alle sue libertà è chiara: le nazioni che splendono di luce sono le più libere poi il buio. Quello che mi interessa è il rapporto fra innovazione e libertà di stampa che è metafora di trasparenza. Aldo Grasso su Sette, supplemento del Corriere della Sera parla di analfabeti funzionali: persone che sanno leggere e scrivere ma non sanno vivere nella società di oggi. Riferisce dell’allarme lanciato da Tullio De Mauro sull’Internazionale. Ricordo che all’inizio di questo secolo Giovannini e de Mauro parlavono di analfabeti di ritorno per definire lo stesso problema. Un quadro che è in contraddizione con i tempi moderni definiti universalmnete l’era dell’informazione. Mi chiedo dunque quanto l’essere indietro dal punto di vista della diffusione della larga banda determini questa nuova ignoranza. C’è collegamento fra i paesi con meno utenti internet, o l’ignoranza e la libertà di stampa? Sembra di sì. Secondo le statistiche europee l’Italia ha il 62% di utenti rispatto al 96% della Danimarca, al 95.5% dell’Olanda ed il 93,5 % della Finlandia. In più le regioni leader dell’innovazione dell’UE sono concentrate in solo otto Stati membri dell’UE: Danimarca, Germania, Finlandia, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito. Ciò indica che l’eccellenza nell’innovazione si concentra in relativamente poche aree in Europa, così come la libertà di stampa si concentra in poche aree del mondo.