“La mappa – ha spiegatoChristophe Deloire,segretario generale di Rsf – mostra l’intensit degli spostamenti dei giornalisti costretti a rifugiarsi all’estero. Il nostro help desk nonè mai stato così impegnato dalla sua creazione”.
Via dall’Afghanistan, dal Burundi, dal Sudan, dalla Siria, dall’Ucraina, verso il Regno Unito, la Spagna, il Nord America. Un esilio costante ed oggi mappato per la prima volta, quello dei giornalisti in fuga dalle guerre, dai regimi autoritari, dalle repressioni. Ad elaborare il modello e i dati provenienti dall’ufficio assistenza è stata Reporter Senza Frontiere (Rsf), l’organizzazione non governativa e no-profit che promuove e difende la libertà di informazione e la libertà di stampa nel mondo. L’esilio dei giornalisti, insomma, è un fenomeno globale.
Uno dei casi che balza immediatamente agli occhi è quello dei giornalisti bielorussi. Si erano rifugiati in Ucraina a seguito della repressione del governo di Alexander Lukashenko dopo la sua controversa rielezione nell’estate del 2020. I reporter si sono ritrovati improvvisamente, due anni dopo, in un Paese in guerra. I colleghi russi, invece, impossibilitati a coprire la guerra in Ucraina, hanno trovato rifugio in Georgia, nei Paesi baltici o in Polonia, Germania e Francia.
Ci sono poi decine di giornalisti siriani in Turchia confinati nei campi profughi, e che vivono sotto la minaccia di essere deportati nel loro Paese di origine. In Siria i giornalisti rischiano di finire nelle carceri di Bashar al-Assad, o di essere sommariamente giustiziati. I reporter afghani e le loro famiglie, dopo la presa del potere da parte dei talebani, sono fuggiti nel vicino Pakistan, che doveva essere solo un luogo di transito. Qui si sono però trovati rapidamente in clandestinità, privati del permesso di soggiorno. Non hanno diritto al lavoro e non sono più in grado di far fronte ai bisogni delle loro famiglie.
“La mappa – ha spiegato Christophe Deloire, segretario generale di Rsf – mostra l’intensità degli spostamenti dei giornalisti costretti a rifugiarsi all’estero. Il nostro help desk non è mai stato così impegnato dalla sua creazione. Abbiamo due obiettivi: da un lato, ridurre i fattori di esilio contrastando la repressione; dall’altro, aiutare giornalisti e media che non hanno potuto evitare l’esilio. Dobbiamo garantire la sopravvivenza dei media in esilio. Rsf fornisce vari servizi ai giornalisti in esilio ed ha partecipato alla creazione del Jx Fund. Chiediamo una mobilitazione internazionale per i media in esilio, il cui impatto va oltre i confini del loro Paese di origine in un contesto di globalizzazione delle questioni informative e di guerre di propaganda”.
La mappa dei giornalisti in esilio riflette indirettamente i conflitti armati in Europa, Africa e Medio Oriente ma anche le tensioni e i recenti sconvolgimenti politici che hanno portato a una maggiore repressione di giornalisti critici o indipendenti. Inoltre l’esilio non significa la fine dell’insicurezza e delle minacce. Molti giornalisti rifugiati iraniani, in particolare in Gran Bretagna, dove hanno sede diversi media in esilio, sono stati oggetto di minacce durante la repressione del vasto movimento di protesta seguito alla morte del giovane curdo iraniano Mahsa Amini a metà del settembre 2022. Tanto che la redazione di Iran International ha dovuto chiudere temporaneamente i suoi uffici londinesi.