Jack Caravelli, Jordan Foresi, “La minaccia nucleare”, Prima edizione gennaio 2018, pag. 192 , euro 16.
Un libro che è quasi un manuale e che offre risposte a domande attuali su vari temi che ruotano intorno all’arma nucleare: dalle ipotetiche conseguenze d’un attacco condotto su larga scala ai diversi tipi di ordigni atomici; dal modo in cui gruppi terroristici potrebbero impossessarsene e utilizzarla allo status che il possesso o meno di testate e know how per produrle dà ai singoli Stati sulla scena internazionale.
Il lavoro di Jack Caravelli, già analista della Cia, e Jordan Foresi, giornalista, tratta in modo particolarmente approfondito la situazione di Cina, Iran, Corea del Nord, dopo avere ricostruito la radicata contrapposizione, ma anche i negoziati, tra Usa e Urss. L’excursus storico consente di individuare gli strascichi, oggi, dei comportamenti e delle decisioni delle due Super-Potenze fino alla fine degli Anni Ottanta.
Caravelli e Foresi – già autori di “Il Califfato Nero” – sono autori complementari: uno ci mette la sua esperienza di geopolitica, questioni mediorientali e sovietiche, intelligence e terrorismo nucleare; l’altro, che è stato corrispondente dagli Usa per SkyTg24 ed è caposervizio alle cronache politico-parlamentari, sciorina le sue doti di racconto e di chiarezza.
Il libro è particolarmente adatto a chi desidera informarsi sulla questione nucleare, che voglia aggiornarsi e approfondire conoscenze pregresse o che vi si stia avvicinando per la prima volta. Decisamente scorrevole e apparentemente facile, incoraggia l’attenzione su uno dei temi caldi della sicurezza internazionale.
Pur essendo una costante da quando furono lanciate le bombe Little Boy e Fat Man su Hiroshima e Nagasaki nell’agosto 1945, l’ “incertezza conoscitiva” dell’opinione pubblica sul tema non è un’esclusiva del Mondo occidentale. Anzi, anche in Paesi come Russia, Cina, Iran, Corea del Nord ci sono molti dubbi (e, soprattutto, moltissime lacune nei dati a disposizione dell’opinione pubblica).
Attraverso un focus sui rapporti più o meno ufficiali tra i Paesi facenti parte – più o meno ufficialmente e “legalmente” – del club nucleare, il volumetto analizza una serie di dossier e di ipotesi come la “muraglia cinese sotterranea” e affronta interrogativi e contraddizioni legati alla dissuasione nucleare e all’opzione del “no first use”: da una parte, la reticenza ad attaccare per primi; dall’altra, il timore di farsi trovare scoperti da un attacco nemico.
Anche la questione del disarmo – con uno sguardo approfondito alle organizzazioni che lo promuovono e a ciò che è stato messo in atto finora a tal fine – assume un ruolo centrale nel libro insieme ai diversi pericoli che il terrorismo internazionale potrebbe rappresentare, oggi più di prima, se venisse in possesso di ordigni nucleari rubati, o riuscisse a fabbricarne autonomamente di rudimentali o decidesse di prendere le centrali nucleari come obiettivo per provocare danni irreparabili.