L’Italia migliora, ma non fa ancora bene: la pagella digitale del nostro Paese in chiave europea non ci promuove a pieni voti, ma neppure ci boccia. Con il 53% della popolazione ad usare regolarmente Internet (il 2% in più del 2011), l’Italia si avvicina alla media europea (70%), ma continua ad arrancare sull’e-commerce, l’e-government e la banda larga ultra-veloce.

La valutazione dell’Agenda Digitale è stata pubblicata il 12 giugno dalla Commissione europea, secondo la quale Internet in Italia è sempre più accessibile, anche se persistono alcuni ostacoli, come competenze digitali limitate e accesso ridotto alla banda larga ultra-veloce.

La ‘pagella’ europea dell’Agenda Digitale è stata commentata, su EurActiv.it, da Viola Di Sando, mettendo in rilievo i divari tra Italia e media dell’Ue su e-commerce, e-government e banda larga.

In Italia, infatti, solo il 17% degli internauti utilizza la rete per  acquisiti online  di servizi e prodotti, ben al di sotto della media europea (45%). E le  imprese italiane  sono all’ultimo posto in Europa (4% contro una media del 14%) per il ricorso a servizi di e-commerce.

Uno scenario simile si verifica sul fronte dell’ e-government: l’Italia ha la percentuale piú bassa d’utilizzo dei servizi (la media europea è del 44%).

Per la banda larga, in Italia è coperto il 98,4% delle abitazioni, più della media europea (95,5%), ma solo il 14% ha accesso a una  connessione ultraveloce, a fronte di una media europea del 53,8%.

Anche l’accesso ad  Internet tramite  dispositivi mobili  (16% in Italia) è inferiore rispetto alla media Ue (36%). E il livello di investimenti pubblici in  R&S nel settore delle Tlc è basso, pari allo 0,57% del Pil, mentre la media europea è dell’1,8%.

Secondo la Commissione, per conformarsi agli standard digitali europei l’Italia dovrebbe investire maggiormente nelle infrastrutture digitali, con particolare attenzione alla banda larga ultraveloce. Un punto sottolineato anche dalla commissaria europea per l’Agenda digitale, Neelie  Kroes: “E’ chiaro che il problema principale dell’anno trascorso è stata la mancanza di investimenti nelle reti ultra-veloci e che ancora non esiste un vero mercato unico delle telecomunicazioni. Se il problema è chiaro, altrettanto chiara sarà la nostra risposta: un pacchetto di misure per il mercato unico delle telecomunicazioni”.

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