Il 7 novembre scorso all’Accademia dei Lincei di Roma, Anna Maria Tarantola, Presidente Rai, ha tenuto una Conferenza a Classi riunite su “Educazione, valori di cittadinanza e servizio pubblico radiotelevisivo”.
La sua esposizione, quasi una lectio magistralis, sulla storia e le prospettive su promozione di cultura, informazione e formazione tramite il Servizio Pubblico radiotelevisivo è stato particolarmente stimolante in chiave di futuro ruolo della Rai, in vista anche del rinnovo della concessione governativa alla scadenza del 2016.
Il dibattito su questa importante data dell’agenda comunicativa nazionale è cominciato tra gli addetti ai lavori da qualche mese. Anche le recenti considerazioni fatte da più parti politiche sui costi dei personaggi e la loro conduzione in molti programmi Rai si possono vedere come carotaggi in questo ambito. Lo stesso viceministro allo Sviluppo economico, Antonio Catricalà, sta pensando a una consultazione pubblica simile a quella realizzata in Gran Bretagna per la Bbc, marchio ed esempio europeo che è stato più volte citato dalla presidente Tarantola nel corso del suo intervento.
Il quale ha storicizzato il ruolo Rai, nel corso di questi 60 anni di Servizio Pubblico, a partire dalla televisione degli anni ‘50 con funzione di educazione ai fondamentali della lingua e della cultura di un Paese uscito con nuove istituzioni e nuovi valori dalla guerra.
Fino alle successive tappe, dalla governance culturale della modernizzazione, alla sensibilità verso la necessaria salvaguardia dei tanti poli linguistici, culturali e ideologici, che è degenerato nella lottizzazione politica e nella più recente competizione con la televisione commerciale che ha indubbiamente stravolto e criticizzato il ruolo del servizio pubblico.
L’obiettivo della Rai è quello di rendere effettiva la possibile concomitanza tra audience e qualità, scommettendo sui contenuti che diano valore aggiunto e che non si limitino soltanto all’inseguire i dati di ascolto. Una sfida difficile e impegnativa, ma che è necessaria perché la Rai abbia ancora un ruolo nelle dinamiche del mercato e al tempo stesso in quelle di una missione di sviluppo dell’identità nazionale, in Italia ma anche al di fuori dei suoi confini.
La Tarantola ha tracciato le linee guida per il raggiungimento di questo obiettivo, attraverso la capacità di visione strategica nel lungo periodo, una politica editoriale che validi i contenuti e ne aumenti costantemente la qualità, aumento delle proposte formative con nuovi canali, sempre più targhettizzati e precisi, grazie anche alle narrazioni transmediali che permettono l’interazione con il pubblico ed il riuso dei contenuti, fino alla creazione di prodotti creati dall’utente.
Le problematiche sono molte e complesse, dalla tutela del diritto d’autore, alla distribuzione nei nuovi media digitali fino alla salvaguardia dei diritti alla formazione scolastica, universitaria e, non ultima, quella professionale.
Problematiche che, per la sua natura, non possono che essere comprese e superate da un modello pubblico e indipendente, per quanto possibile, dal mercato.
Giorgio Fontana
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