di CHIARA GUIDA – La notizia su carta stampata, per i giornali locali, è ancora un must. E’ già stato abbondantemente detto e dibattuto che la digitalizzazione delle informazioni, e del mestiere di giornalista in particolare, ha cambiato l’abitudine alla percezione e alla ricerca di notizie. Il web ha assorbito gran parte della mole di grandi lettori che un tempo comprava i quotidiani ogni mattina e così le grandi riviste e i grandi giornali nazionali e internazionali si sono dovuti adattare, cercando di assorbire un cambiamento profondo, inevitabile e che ha stravolto per sempre il mondo della comunicazione. Ma come è stato percepito questo cambiamento a livello locale? In che modo i periodici e quotidiani legati ad un piccolo territorio circoscritto si sono approcciati ad un cambiamento inevitabile ed epocale? Media Duemila l’ha chiesto a tre diversi rappresentanti di riviste locali che, pur dando spiegazioni diverse e motivazioni specifiche legate al tipo di target a cui il giornale in questione si rivolge, hanno concordato sul responso esattamente opposto rispetto al trend nazionale e internazionale. “Il nostro giornale è principalmente una rivista che tratta di politica – ha spiegato Gennaro Cirillo, direttore del Gazzettino Vesuviano, un periodico con diffusione locale sulla provincia di Napolie e Salerno – e quest’argomento fa fatica a digitalizzarsi. I nostri lettori sono ancora molto legati alla versione cartacea del giornale, anche se esiste un quotidiano online che a differenza del settimanale, viene costantemente aggiornato. Questo ha comportato un aumento delle collaborazioni per darci la possibilità di essere sempre sul pezzo e di avere una versione on line ricca e aggiornata; personalmente tengo molto al perfezionamento de ilgazzettinovesuviano.it e per adesso stiamo ancora lavorando sulla veste grafica e sull’impaginazione delle news. Vorrei che raggiungesse esattamente l’aspetto che ha nella mia immaginazione.”
Molto diverso invece il discorso fatto da Francesco Di Maio, direttore di Agorà della Penisola Sorrentina, settimanale di informazione e cultura a diffusione locale su tutto il territorio della Penisola Sorrentina. “Quando siamo partiti con il progetto di Agorà – spiega Di Maio – abbiamo messo grandissimo entusiasmo a costruire, insieme alla versione cartacea, una edizione web che potesse essere quotidiana, aggiornata in continuazione e pronta a soddisfare tutto ciò che i nostri lettori desideravano. Abbiamo cercato molto spazio anche attraverso i social, per entrare in contatto con i lettori, ma adesso ci siamo ridimensionati. Il problema è semplicemente che lavorare sul web, con i nostri numeri, non conviene, le entrate sono inesistenti a meno che non ci sia una grande pianificazione pubblicitaria che possa garantire una monetizzazione dell’attività. Si trattava di uno sforzo improduttivo, per cui ci siamo concentrati sull’edizione cartacea, che invece in Penisola risulta sempre benvenuta. È normale che ci siano settimane in cui si vende di più e altre in cui si vende di meno, dipende dalla qualità delle notizie, ma in generale il cartaceo, almeno in zona, paga ancora. Basta pensare che nell’ultimo mese sono nati altri due quindicinali cartacei nella zona di Positano e Sorrento”.
Per Giovanni Taranto, socio fondatore del network Metropolis, il calo delle vendite del cartaceo è un fattore fisiologico, dovuto non solo all’avvento del web ma anche alla crisi economica generale, particolarmente sentita nella zona vesuviana, principale territorio di diffusione del giornale. “La Campania, in particolare,sta risentendo profondamente della crisi economica e il giornale tutte le mattine diventa quasi un bene di lusso. Metropolis ha un portale internet sul quale è possibile consultare la versione cartacea con abbonamento, è un progetto che funziona, ed è bene avviato, tuttavia quelli che ci leggono dal computer sono solo una piccola fascia della nostra clientela: i giovani, gli impiegati. La maggior parte del nostro pubblico compra il giornale, in questo siamo in controtendenza rispetto alle altre testate. In un’altra area geografica magari si potrebbe pensare ad una digitalizzazione totale del giornale, alla creazione di un’app per smartphone e ad una versione per tablet, ma nella nostra zona il lettore non è ancora arrivato allo stadio 2.0 e prevale la consuetudine”.
Cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia; che sia per ragioni economiche piuttosto che per temi trattati dal giornale stesso, o ancora per una ben ancorata tradizione, a livello locale la notizia viaggia ancora su carta e inchiostro, ancora ignara (o forse solo restia) della rivoluzione che in tutto il mondo ha modificato già da tempo modalità e tempistiche dell’acquisizione della notizia.
Chiara Guida
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