Nell’ambito del Green Deal europeo per la neutralità climatica entro il 2050, il 20 maggio scorso, l’esecutivo della UE ha presentato un nuovo piano d’azione globale per la salvaguardia della biodiversità per la decade 2020 -2030. La strategia promossa, avvierà la ripresa della biodiversità in Europa entro il termine fissato, attraverso un regime di protezione più rigoroso, e di ripristino della Natura in tutte le sue forme, così come di tutte le foreste vergini, o primarie, e antiche, esistenti nella UE. Uno dei principi fondanti di questo piano d’azione consiste nel“proteggere la natura e invertire il degrado degli ecosistemi”.Contestualmente a questo pacchetto di manovre, la Commissione ha varato inoltre il programma “Farm to Fork” finalizzato a rendere più sostenibile il settore agro-alimentare preservando l’ambiente naturale e le attività umane.“Queste strategie sono una parte cruciale della grande transizione che stiamo intraprendendo”,come ha dichiarato ilvicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, Frans Timmermans.L’EU Biodiversity Strategy for 2030, in particolare, mira a ridefinire, perfezionando l’attuale normativa vigente, nuovi obiettivi e nuovi meccanismi di governance, tra i quali la trasformazione di almeno il 30% delle terre e dei mari d’Europa, in aree protette gestite efficacemente. Lo scopo è quello di avviare l’ operazione partendo dai siti già inclusi nel sistema Natura 2000 (destinati alle conservazione/tutela della diversità biologica e del loro habitat all’interno dell’Unione), integrandoli con altre aree protette a livello nazionale. Un’altra azione varata, è volta al ripristino degli ecosistemi degradati, contenendo le pressioni sulla biodiversità. A tal fine la Ue propone di migliorare lo stato di conservazione di almeno il 30% degli habitat e delle specie UE in condizioni precarie. Seguono come punti base: recuperare almeno 25.000 km di fiumi a scorrimento libero; arrestare e invertire il declino degli uccelli e degli insetti presenti sui terreni agricoli (in particolare gli impollinatori), adibire almeno il 25% dei terreni coltivabili all’agricoltura biologica migliorando la diffusione delle pratiche agro-ecologiche; ridurre l’uso e i rischi dei pesticidi chimici del 50% e l’uso dei fertilizzanti del 20 %; creare zone protette per almeno il 30% delle terre e dei mari in Europa, sulla base delle aree Natura 2000 già registrate, ed ancora l’impianto di almeno 3 miliardi di alberi nel pieno rispetto dei principi ecologici. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato il programma assicurando che “Il risanamento della natura è fondamentale per il nostro benessere fisico e mentale e può contribuire a combattere i cambiamenti climatici e l’insorgere di malattie. Si inserisce al centro della nostra strategia di crescita, il Green Deal europeo, e fa parte di un modello di ripresa europea.” La UE dunque rinsalda il suo ruolo di primo piano, fattivo a livello internazionale, nel garantire il rispetto degli impegni globali in materia di protezione della diversità biologica e della Natura, così come di tutte le specie, di flora e fauna, a rischio estinzione. Avviato durante la fase centrale della pandemia, il Piano della Ue rappresenta inoltre un fondamentale passaggio del programma di ripresa economica, come annunciato dalla Von der Leyden, ai fini tra l’altro, di un rafforzamento della resilienza rispetto alle note sfide globali. L’Eu Green Deal presentato l’11 dicembre 2019 dalla stessa Commissione, mette in campo un ambizioso programma di contrasto alla perdita di biodiversità e ai cambiamenti climatici, cosi come di prevenzione alla diffusione della malattie infettive. Gli scienziati stimano infatti, che un milione di piante uccelli, insetti, e mammiferi di tutto il mondo siano attualmente a rischio estinzione e che ogni giorno ne scompaiano circa 200. Sul fronte economico inoltre, il Forum per l’economia mondiale ha stabilito che metà del PIL mondiale (circa 40 000 miliardi di EUR) dipende dalla Natura, di conseguenza il mantenimento di ecosistemi sani è un fattore primario anche per la ripresa dalla crisi post-pandemia. “Riportare la natura alla nostra vita” rappresenta “l’imperativo morale” della strategia Ue per una tutela senza indugi rispetto alla “straordinaria varietà della vita umana sulla Terra….Il Comunicato ufficiale della Commissione prosegue:Per essere sana e resiliente una società deve dare alla natura lo spazio di cui ha bisogno. La strategia di crescita dell’UE, sarà la bussola per la nostra ripresa, assicurando che l’economia sia al servizio delle persone e della società e restituisca alla natura più di quanto le sottrae”.