Secondo quanto riferito da Shelly Palmer il Massachusetts potrebbe diventare il primo stato a vietare l’acquisto e la vendita di dati sulla posizione estratti da dispositivi mobil. Questa notizia porta a riflettere sullo stato sulla privacy nell’era digitale. Secondo l’esperto Usa “Il Location Shield Act, mira non solo a frenare lo sfruttamento commerciale, ma anche a rafforzare l’accesso delle forze dell’ordine ai dati, prevedendo un requisito di mandato del tribunale”.
Oggi sia sa i dati si sono evoluti permettono ad estranei di intromettersi nella vita personale e persino (potenzialmente) di arrivare a questioni sensibili. Poiché la tecnologia supera la legislazione, il concetto tradizionale di privacy viene continuamente messo in discussione. Le nostre briciole di pane digitali, faticosamente raccolte e vendute, disegnano un’immagine scomodamente precisa delle nostre vite. La proposta del Massachusetts è una salvaguardia tanto necessaria o una correzione eccessiva?
Shelley Palmer dice che la risposta dell’industria tecnologica tende a quest’ultima, suggerendo di dare la scelta ai consumatori di poter rinunciare alle vendite di dati piuttosto che imporre un divieto per tutto. Il Massachusetts dà il via ad un dibattito nazionale che potrebbe diventare globale, o forse già lo è? Con le preoccupazioni che già sulla privacy, che ha raggiunto livelli alti, le misure che lo Stato Usa vorrebbe imporre segnalare un cambiamento epocale nel modo in cui vediamo e gestiamo le nostre identità digitali.