Al Congresso Nazionale AICA a Roma ho sottolineato la gravità crescentedel gap di investimenti in competenze e cervelli in grado di affrontareil nuovo scenario delle tecnologie digitali che stanno pervadendotutte le attività e trasformando modelli di lavoro, business e consumo.Con una battuta ho detto che assieme al tema degli investimenti in retia banda larga (broadband), in Italia dovremmo parlare sempre più anchedegli investimenti in brainband cioè nella rete delle competenze, dei cervelli.La diffusione dell’accesso e utilizzo delle tecnologie digitali da parte ditutti deve procedere di pari passo con investimenti in formazione. Altrimenti,si porrà il consueto problema delle grandi autostrade digitali senzaapplicazioni e servizi.Le analisi condotte sulla diffusione delle tecnologie digitali in Italia mostranole aree di ritardo e di debolezza, culturale prima che tecnologica.Metà degli italiani usa Pc e Internet. L’Italia spende pro-capite in informaticasolo i due terzi della spesa media europea. Tante piccole aziendesembrano refrattarie a utilizzare le reti digitali per migliorare la loro produttivite competitività.La stessa macchina della PA pur con lodevoli eccellenze presenta unastruttura a macchie di leopardo, in particolare nella PA locale per i servizion line verso imprese e cittadini.In realtà il processo di informatizzazione e digitalizzazione produce risultatieconomici e sociali solo se si attua un approccio sistemico in Rete da partedi tutti gli attori. Dobbiamo preoccuparci che di fronte a iniziative e progettidigitali pubblici molto importanti, come espresso anche nel programma egovernment,vi sia una effettiva capacità di realizzazione, non solo a causadelle carenze di bilancio pubblico, ma soprattutto per le carenze di competenzee skill adeguati, necessari per la realizzazione.C’è un drammatico skill shortage di competenze aggiornate nel softwaree nei servizi IT. Ci troviamo di fronte ad un calo di iscrizioni nelle scienzeinformatiche delle Università e Politecnici e ad un numero inadeguato dilaureati informatici e ingegneri informatici.Dobbiamo cercare di orientare tutti i livelli scolastici verso una maggioreattenzione alle materie scientifiche. Da parte del Ministro Gelmini si manifestaun impegno ed una particolare sensibilità verso l’insegnamento el’integrazione delle tecnologie ed applicazioni digitali a tutti i livelli dellaformazione, così come è significativa l’introduzione e diffusione nellescuole di migliaia di LIM, le lavagne elettroniche. Occorre peraltro nontrascurare l’esigenza di un grande sforzo per la formazione e l’aggiornamentodei docenti coinvolti e per innovare le modalità di insegnamento,avendo presente che i “nativi digitali” richiedono nuovi ambienti di apprendimentoe di partecipazione, più vicini alle applicazioni del Web 2.0che alla docenza tradizionale.Occorre riportare i giovani ad orientarsi di più verso studi e carriere inmateria scientifico tecnologica, evitando poi che i migliori emigrino all’esterofacendo perdere un asset strategico per il nostro futuro.Non a caso i due principali Paesi asiatici che oggi trainano la ripresa, Cinae India, investono moltissimo in risorse umane qualificate, più ancora chein tecnologia. Negli USA gli effetti del piano di rilancio economico delpresidente Obama in termini di recupero occupazionale per oltre la metà,sinora hanno riguardato il settore education.AICA da parte sua, da quasi 50 anni svolge un ruolo significativo nellapreparazione di base all’utilizzo delle tecnologie digitali: sono oltre 1 milionee 600 mila le patenti europee rilasciate sinora in Italia, al primo posto trai Paesi europei che partecipano all’ECDL. Ma non basta.La parola “Società della Conoscenza” è divenuta di uso comune, marischia di essere in Italia una parola vuota. Società della conoscenza significafocalizzare gli sforzi sulla formazione di risorse umane qualificate, sulla dimensionee qualità della ricerca, sulla diffusione della conoscenza a tutti ilivelli della popolazione, nessuno escluso.La crisi ci pone di fronte alla urgenza di fare sistema, di orientare i nostrisforzi verso comuni obiettivi che devono esprimere la volontà di un orizzontedi medio-lungo periodo perchè la formazione di competenze per la Societdella Conoscenza non può essere affrontata con operazioni di breve termine.