“La radio è un ascolto soft che ci accompagna durante la giornata: il 6 ottobre 1924 l’Unione Radiofonica Italiana (URI) trasmetteva da un appartamento presso Piazza del Popolo, il concerto di Haydn, seguito da un bollettino meteorologico, notizie della borsa, e notizie dell’informazione lette da Ines Donarelli, componente del quartetto d’archi, quindi un’annunciatrice improvvisata”. Laura Aria, Commissaria Agcom a “Universi sonori. Dalla radio tradizionale ai nuovi spazi di produzione e ascolto” appuntamento della Sapienza ricorda le tappe del mezzo e invita a riflettere sui bisogni di chi la ascolta che ieri come oggi sono uguali: educarsi, informarsi, divertirsi. “Queste esigenze sono le ragioni per cui i mezzi di comunicazione di massa sono regolati dalla Legge – precisa – . La regolamentazione della radio è molto antica, ma nel 2001 un legislatore lungimirante ha avuto un’intuizione, con la Legge 86 è stato individuato lo standard trasmissivo della radio digitale (DAB). Per la prima volta si è avuto uno standard fissato dalla legge che ha dato la spinta all’intero settore che può evolversi in continuità con gli standard precedenti. L’autorità, di cui faccio parte, ne ha seguito lo sviluppo in maniera sempre attenta e quasi maniacale. Nel 2009 il regolamento sul DAB, non ha frenato l’innovazione e allo stesso tempo ha permesso di dare il giusto ritorno agli investimenti, abbiamo bisogno di dare certezze e stabilizzazione a questa nuova realtà”.
I dati di mercato indicano che l’anno della pandemia ha visto flettere i ricavi perché c’è stata molta meno mobilità. “Ma già nel 2021 e nel 2022 (dati che verranno elaborati per la relazione Agcom di luglio) – sottolinea la Commissaria. – la tendenza è in recupero, ciò significa che la piattaforma radiofonica esprime il meglio di se stessa nella mobilità”.
In conclusione la Commissaria Aria dice che la radio occupa l’utente per quasi 4 ore al giorno, più dei social. E parla di futuro concentrandosi sulle caratteristiche degli schermi odierni dove accendendo una smart tv o la radio l’utente “si trova di fronte ad un percorso molto facilitato per entrare nelle app, ma non abbastanza facilitato per fruire di ciò di cui fino ad ora ha fruito. L’innovazione tecnologica non deve essere mai frenata, ma accompagnata, perché accresce il grado di benessere nei cittadini. Ma nello stesso tempo ci sono dei valori e il diritto all’informazione di qualità che vanno traghettati nel digitale”.