Valeria Lazzaroli una donna oltre… che si ritiene fortunata, perché mai penalizzata dalla condizione di donna : “Certo, ogni tanto, devo ringhiare ma tutto rientra velocemente!”.
E’ presidente dell’ENIA (Ente Nazionale per l’IA ) – membro del Comitato scientifico “Hermes Centro Studi Europeo” (di cui mi onoro di fare parte).
Con Valeria Lazzaroli avvio il ciclo di interviste alle donne e agli uomini che analizzano le criticità dell’oggi con particolare attenzione alla cybersicurezza. Proprio ieri (19 giugno) è stata approvata la legge che permette più sicurezza informatica per difendersi dagli attacchi cibernetici e sanzioni più pesanti per i reati che corrono on line. Il punto di vista di Valeria Lazzaroli sull’AI è chiaro: bisogna scegliere algoritmi delle Accademie. Buona lettura!
Donna e STEM, cosa ha significato essere una fra le pochissime che ha avuto successo in questo segmento di StartUP?
“Ha significato moltissimo. Nel mio vissuto, tante le donne che ho conosciuto, che si sono interessate al mio percorso professionale. Molte mi hanno ringraziato per quel confronto dal quale hanno tratto la forza necessaria per cambiare, per sovvertire quell’ordine quotidiano che le costringeva a perpetuare un copione che non era più loro. La vera difficoltà, quando ci si avventura nell’area STEM non è il livello di competenza ma la difficoltà di portare avanti progetti che non trovano facilmente la finanziabilità da Banche e Club Deal. Specie quando parliamo di Deep-Technology come il mio settore. Per il resto posso ritenermi una donna fortunata, contornata sempre da soci, colleghi, compagni che non hanno mai penalizzato la mia condizione di donna. Certo, ogni tanto, devo ringhiare ma tutto rientra velocemente!”.
Innovazione e ricadute sociali: vivremo in un corpo mutato?
“C’è questo pericolo. L’opinione pubblica sembra catalizzata solo dall’AI ma mi chiedo se settori come la BIONICA non siano molto più impegnativi ed impattanti sui nostri criteri di BIOETICA. Che siano di emanazione ippocratico-cristiano o laici, c’è da definire, per esempio, il limite nell’utilizzo. Perché a catalizzare i grandi numeri c’è sicuramente l’inseguimento per la Longevity, ma tanti investimenti verso l’Immortality 2045 con un corpo che di umano ha solo il cervello e gli impulsi necessari per attivare il resto del corpo, bionico. Una costante demonizzazione della morte che nel tempo ci porta a non ritrovarci nella preghiera, a non avere più una reale progettualità”.
Da esperta di IA mi dice quali sono le novità nel panorama europeo e internazionale?
“Straordinarie novità nella misura in cui riusciremo, anche attraverso normative come l’AI ACT, ad arginare la GenAI e mandare avanti tutte quelle tecnologie che potenziate da AI e Blockchain, daranno un grosso contributo al settore pubblico e privato. Mi riferisco all’AI fatta di algoritmi che escono dai laboratori delle Accademie, etici e responsabili per default, sviluppati per trovare soluzioni, molto spesso, per la messa in sicurezza di territorio, persone, aziende. La complessità e l’incertezza permeeranno il nostro futuro e l’AI può essere un supporto significativo per migliorare la capacità amministrativa degli Stati, un concreto supporto alla sicurezza delle infrastrutture, la sostenibilià misurata in maniera terza ed indipendente senza ricadere nel “greenwashing”. E poi le D.A.O. un progetto a cui sto già lavorando da tempo e che ritengo daranno una svolta di grande innovazione al sistema imprenditoriale italiano ed europeo”.
Da donna ha avuto maggiori difficoltà ad affermarsi nel suo settore?
“Non è la mia condizione femminile bensì l’essere startupper che comporta una dotazione di bordo fatta di caparbietà, visione, multidisciplinarietà. Per affermare un’idea non servono competenze circoscritte. Deve avere una conoscenza globale. Fare impresa, e non vale solo per le start Up, significa disporre di una squadra forte, di esperienze professionali consolidate e di energie sufficienti per fare marketing e comunicazione. Leve indispensabili per far crescere un’idea!”.
Cosa consiglia alle giovani donne che vogliono emergere?
“Di crescere senza condizionamenti per disporre di un bagaglio culturale e professionale robusto che non deve essere intermediato da vincoli di altra natura. Costruire bene la propria carriera sin dalle primissime battute è cosa fondamentale. Quindi impostare una vita professionale che nel pieno equilibrio con la vita privata, preservi lo spazio per la continua formazione che deve essere nutrita su base individuale senza aspettare che siano le aziende a determinarla. Andare avanti per sentirsi gratificate dalla competenza e quindi da una leadership che cresce nel tempo e preserva dalle discriminazioni”.
La sua prossima sfida?
“La mia laurea in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni ad aprile prossimo. Dopo la laurea in Sociologia, questa mi consente di sviluppare algoritmi di AI per misurare i rischi psicosociali senza essere accusata di abuso di professione. E poi tanti altri progetti lavorativi come l’affermazione del Dipartimento di Tecnologie Cognitive e Robotica di HERMES University che ho l’onore di dirigere e che tengo a fare diventare un centro di eccellenza. In tutto questo dovrò considerare che i miei due figli gemelli potrebbero farmi diventare nonna tra qualche anno e che il mio grande desiderio sarà avere una barca come prossima casa dove continuerò a lavorare ma godendomi di più mio marito e i miei sei maltesini”.
Cosa l’ha spinta ad entrare a far parte del Comitato scientifico del Centro Studi Europeo Hermes? E quale contributo vuole apportare?
“Sono stata inviata da due persone straordinarie come Vittorio Calaprice, il Presidente, e Davide Maniscalco, presidente di HERMES University. Straordinarie perché alla loro indiscussa e riconosciuta professionalità abbinano una carica umana davvero rara. Ed io adoro lavorare con le persone cosi. Sono una persona che si impegna moltissimo sul lavoro, ma se mi muovo in un ambiente rispettoso, visionario, innovativo, non percepisco fatica e genero entusiasmo per fare sempre di più. Il contributo che apporterò andrà di pari passo con le attività che svolgo come Presidente per ENIA, l’Ente Nazionale per l’Intelligenza Artificiale. Un accordo significativo quello fatto ormai qualche mese fa con il Centro Studi Europeo ed una serie di attività già schedulate a carattere scientifico, molto impegnative, ma che daranno la percezione della forza e della qualità di questa partnership”.