DI ERMINIO CIPRIANO

“Letterati a un polo e scienziati dall’altro. Tra i due un abisso di reciproca incomprensione: talora ostilità e disprezzo, ma soprattutto mancanza di comprensione”. Così nel saggio “Le Due Culture” del 1959 Sir Charles Percy Snow, scienziato di professione e scrittore per vocazione, provava a descrivere la frattura sempre più profonda tra modi di studiare e di produrre avanzamento della conoscenza. Nel solco tracciato da quel saggio il centro di ricerca Biogem (Biologia e genetica molecolare) ospita annualmente il meeting “Le 2ue Culture”. Quest’anno nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia il convegno, che si è svolto (dal 7 all’11 settembre) ad Ariano Irpino nel campus dell’istituto Biogem intitolato a Gaetano Salvatore ed inaugurato nel 2006 da Rita Levi Montalcini, è stato dedicato al contributo che umanisti e scienziati hanno dato e promettono di dare alla crescita e alla coesione nazionale.

“Riteniamo che la scienza oggi non debba più essere considerata dagli umanisti una disciplina riservata a una stretta cerchia di iniziati, così come la scienza non può più considerare cultura vera solo quella empirica”. Sono state le parole pronunciate da Ortensio Zecchino, presidente di Biogem, per spiegare il senso di questa terza edizione del meeting internazionale su “Le due Culture”. Diversi i temi di forte attualità affrontati nel corso delle cinque giornate Biogem da rappresentanti del mondo scientifico, accademico, giornalistico, istituzionale: identità storica, ricerca farmaceutica, internazionalizzazione, bioinformatica, energie pulite, giornalismo scientifico, sistema universitario, genetica. “Il meeting Biogem contribuisce col suo lavoro alla coesione nazionale, con l’unione dei saperi e di queste due culture, quella umanistica e quella scientifica”, sono state le parole del sottosegretario Gianni Letta intervenuto telefonicamente in occasione della giornata inaugurale del convegno. “Abbattere i muri tra cultura scientifica e cultura umanistica è indispensabile – ha esortato Giovanni Caprara, presidente UGIS – perché viviamo in una dimensione culturale nella quale la scienza non può essere una curiosità, un optional, ma un elemento indispensabile per riuscire a vivere meglio, a capire i problemi dell’oggi e quindi a immaginare un futuro migliore da un punto di vista non solo culturale. Il giornalismo – ha proseguito Caprara – ha il dovere di interpretare con estrema onestà ed oggettività la realtà scientifica con le armi della preparazione e della specializzazione”. Ma le due culture, quella umanistica e quella scientifica, sono davvero conciliabili?, è stato chiesto al genetista Edoardo Boncinelli che ha risposto: “Io sono un esempio di questo, nel senso che ho fatto sempre lo scienziato, ho coltivato sempre la letteratura, poi a una certa età mi son messo a tradurre lirici greci. Certo non è tanto frequente – ha aggiunto il professore che insegna all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – è infatti più facile veder qualche scienziato che passa alla sponda umanistica piuttosto che vedere un umanista che passa alla sponda scientifica”. Anche Vincenzo Scotti, sottosegretario di Stato al ministero degli affari esteri, che ha preso parte alle giornate Biogem parlando dell’unione dei saperi non ha avuto dubbi: “l’università nel mondo sta dimostrando che queste due culture devono essere conciliabili anche perché la scienza senza umanità non c’è e un umanesimo che non sia scientifico non può esistere”.

“Tutti ripetiamo che il progresso è frutto dell’innovazione e l’innovazione è frutto della ricerca – ha spiegato il presidente Biogem Zecchino parlando del futuro della ricerca in Italia – ma questa catena va irrobustita in tutti gli anelli: non possiamo pensare che ci sia sviluppo senza innovazione, non possiamo pensare che ci sia innovazione senza ricerca”. Allora, imperativo categorico, è potenziare la ricerca e gli investimenti su innovazione e unità dei saperi perché da questo otterremo risultati positivi per il nostro Paese. Nel corso del meeting è stato assegnato allo scrittore e giornalista Bruno Arpaia per il suo romanzo “L’energia del vuoto” il premio letterario “Le Due Culture”, riconoscimento alla migliore opera capace di esaltare i rapporti tra i due emisferi della conoscenza. Il tema del quarto meeting 2012 sarà il tempo, ha annunciato nella giornata di chiusura il presidente Biogem Zecchino “che approfondiremo nelle sue varie dimensioni (fisiche, biologiche, giuridiche). Appuntamento dunque al 6 settembre 2012.

Erminio Cipriano

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