di SALVATORE IACONESI

La percezione del mondo vegetale è mutata radicalmente nel corso degli ultimi anni. Il mondo vegetale nelle nostre città è spesso sinonimo di tecnologia, trasporto, architettura e sempre meno di conoscenza dell’ambiente naturale, delle proprietà delle piante e della loro naturale disponibilità temporale e spaziale. L’ecosistema tecnologico in cui viviamo ci consente, però, di riappropriarci di saggezza e conoscenza del mondo naturale creando modelli di fruizione delle informazioni che rendano accessibili i saperi relativi a piante e foglie, e alle loro proprietà, luoghi e tempi di provenienza.

È con questa idea che FakePress Publishing ha progettato “Leaf++”, una pubblicazione cross mediale in realtà aumentata capace di riconoscere, tramite la computer vision, le foglie delle piante e di associarvi le informazioni più diverse. Il sistema “Leaf++” verrà presentato per la prima volta all’edizione 2011 di ISEA che si terrà ad Istanbul, in Turchia, dal 14 al 21 Settembre 2011.

Leaf++ è appena uscito dalla fase prototipale e sarà lanciato come prodotto proprio durante le conferenze di ISEA. Ne diamo qui una descrizione in anteprima.

Il software è progettato secondo i canoni di quelle che vengono chiamate “interfacce naturali”. Questa definizione indica un approccio avanzato alla riflessione sulle metafore di interazione digitale. Le interfacce naturali sono quelle in cui la ricerca è volta alla creazione di grammatiche di interazione che oltrepassino le componenti “classiche” delle interfacce digitali (pulsanti, puntatori, menù, finestre…) sostituendole con comportamenti più accessibili e familiari: la gestualità, il tocco, la visione, lo sguardo, l’espressione, l’emozione.

La Realtà Aumentata va in questa direzione.

La possibilità di sovrapporre informazioni digitali in maniera coerente direttamente nel campo visivo, facendo di fatto coesistere nella nostra visione il mondo digitale e quello analogico, ha effetti rilevanti sulla nostra cognizione e percezione del mondo.

Il gruppo di lavoro che ha progettato Leaf++ ha deciso di ragionare in maniera profonda su questo tema, creando una esperienza di fruizione delle informazioni del tutto innovativa.

Uno dei maggiori errori che si possono commettere nel progettare interfacce naturali (e, quindi, di Realtà Aumentata) è quello di cercare di utilizzare metafore di interazione “classiche” in quello che, sostanzialmente, è un nuovo linguaggio dell’interazione.

In molti sistemi di interazione naturale la possibilità di indicare, selezionare, scegliere, attivare, memorizzare, condividere e modificare i contenuti viene troppo spesso realizzata per banale sostituzione delle nostre mani e del nostro sguardo al cursore del mouse. Questa ingenuità fa sì che sia ricorrente l’immagine di persone che tentano in maniera un pò goffa piccole acrobazie con le dita, tentando allo stesso tempo di tenere fermo il proprio smartphone e simultaneamente toccare l’icona desiderata, magari cercando di inquadrare l’oggetto del proprio interesse sul visore del dispositivo, a suon di crampi all’avambraccio e frustrazioni da “mancato click”. Questa buffa immagine nasconde la perdita di una occasione: la reinvenzione della modalità di interazione e i benefici che se ne possono trarre.

Leaf++ non richiede nessun click e sulla sua interfaccia non è presente nessun elemento di interazione (fatto salvo un piccolo logo, in alto a sinistra che, se sfiorato, mostra un messaggio di informazione ed istruzioni).

L’interfaccia di Leaf++ è un campo visivo. Immaginato per essere uno strumento della visione – un mediatore della visione – tutte le funzionalità di Leaf++ sono accessibili semplicemente “guardando”.

Lo scopo di Leaf++ è, come suggerisce il nome, quello di “aumentare” le foglie, ovvero di sovrapporre informazioni digitali alla visione delle foglie riconosciute dal sistema.

Inquadrando una foglia su uno sfondo con un sufficiente livello di contrasto (l’algoritmo di computer vision opera in maniera ottimale su uno sfondo bianco, ma anche altri sfondi meno “puliti” danno buoni risultati, purché omogenei e con colori a contrasto con la foglia selezionata), il software, riconoscendola, le creerà attorno una cornice e farà vibrare lo smartphone. Una piccola pausa aggiuntiva sull’inquadratura della foglia vedrà lo schermo popolarsi progressivamente di informazioni: innanzitutto il nome della pianta, poi la provenienza e la famiglia botanica. Attendendo altri pochi istanti (queste due fasi si completano nell’arco di 2 secondi), appaiono una serie di icone che descrivono la tipologia della pianta (produzione di frutti commestibili, di legname, specie comune o rara, tipo di habitat).

Se, al termine dei due secondi, la foglia risulterà ancora inquadrata nello schermo, l’interfaccia cambierà automaticamente, consentendo di navigare un numero maggiore di informazioni, immagini e video con il tocco delle dita.

Un singolo tocco sullo schermo e si potrà cominciare di nuovo, con un’altra foglia.

L’esperienza sensoriale, quindi, è quella dell’effettiva integrazione dell’informazione digitale nel nostro campo visivo. Proprio come siamo abituati a notare un numero crescente di dettagli ed informazioni con l’aumentare dell’attenzione con cui osserviamo un oggetto, cercando nella nostra memoria, nella nostra dotazione di conoscenze e ricordi, allo stesso modo soffermarsi con lo “sguardo mediato dalla Realtà Aumentata” corrisponde ad un processo altrettanto naturale, ma eseguito su una memoria esternalizzata, grazie al dispositivo elettronico.

Il sistema, poi, è associato ad un CMS (Content Management System, sistema di gestione dei contenuti) che consente di aggiungere informazioni alla piattaforma e di associarle alle foglie riconosciute, con una complessità operativa paragonabile a quella necessaria a compilare i contenuti di un blog (il CMS è fondato sul semplice sistema open source WordPress, usato in tutto il mondo da milioni di persone per gestire il proprio blog).

È questo un processo di estremo interesse per molteplici aree di studio: psicologiche, cognitive, neurologiche, antropologiche, sociologiche, politiche, poetiche, artistiche. La possibilità di progettare e creare domini sensoriali e percettivi mediati attraverso questo genere di tecnologie apre scenari di grande valore per lo sviluppo delle metodologie e dei processi con cui impariamo, operiamo nel mondo, condividiamo la conoscenza e ci relazioniamo con le altre persone, nonché per numerose possibilità di sfruttamento economico.

In sostanza, sistemi come Leaf++ – che, nonostante i buoni risultati raggiunti, è comunque da considerarsi un sistema prototipale, uno scenario iniziale per l’esplorazione delle opportunità offerte da queste tecnologie – consentono di immaginare, progettare ed implementare sistemi interattivi capaci di realizzare nuove forme di comunicazione e produzione/scambio di informazione. Questi sistemi materializzano di fatto nuove metafore di interazione con il mondo, nuovi linguaggi e grammatiche delle nostre gestualità e del nostro “fare” nell’ambiente fisico. Il collegare queste modalità interattive ai processi di fruizione e produzione di informazione digitale provoca interessanti effetti a livello cognitivo, per cui l’essere umano si dota di sensorialità, memoria, competenze e immaginari esternalizzati e mediati da dispositivi portatili o disponibili direttamente nell’ambiente, creando così esperienze del tutto naturali e fluidamente ibride, tra realtà analogica e digitale.

Nel caso di Leaf++ si opera nel campo della visione, che viene mediata dallo smartphone e dal software per creare una stratificazione di conoscenza e informazione che va a sovrapporsi in maniera del tutto coerente e naturale sul mondo fisico della nostra quotidianità, creando una esperienza cognitiva molto accessibile e piena di significati e prospettive per le tematiche della formazione, della condivisione e disseminazione dei saperi, per la collaborazione tra competenze e informazioni.

La dimensione ecologista di Leaf++ vuole anche suggerire un approccio verso la realizzazione di nuove forme di cittadinanza, in cui le tecnologie contribuiscono ad abilitare un concetto di “cittadino” più consapevole, attivo, informato sull’ambiente e sulla società in cui vive, capace di raccogliere informazioni, di trasformarle in conoscenza e di utilizzare quest’ultima per condurre un modo di vita sostenibile, tollerante, rispettoso dell’ambiente e dei propri rapporti con il resto della cittadinanza.

Salvatore Iaconesi
salvatore.iaconesi@artisopensource.net
salvatore@fakepress.net
http://www.artisopensource.net/

Articolo precedenteMediterraneo scientifico, viaggio di studio tra ricerca e innovazioni tecnologiche
Articolo successivoZapping e multitasking, villaggio globale ieri e oggi